Il Mastery Learning o apprendimento per padronanza

Mastery Learning Cover

In questo articolo trattiamo il Mastery Learning ( o apprendimento per padronanza), una procedura di apprendimento iniziata da John Caroll e poi ripresa da Bloom.

Scopo e premesse del Mastery Learning

Lo scopo dell’apprendimento per padronanza è portare il 90% degli studenti a padroneggiare (to master) la disciplina che viene loro insegnata. Ovviamente è compito del docente comprendere come e quali mezzi raggiungere per raggiungere questo obiettivo.

Bisogna pertanto considerare alcune premesse. La prima è che il sistema d’istruzione non deve solo e soltanto focalizzarsi sugli studenti talentuosi. Se va sempre più affermando il concetto di long-life learning, ne seguirà che gli studenti meno performanti potrebbero sviluppare un sentimento di frustrazione verso l’apprendimento. In particolare Bloom riconosce due problematiche:

  • la prima è che il successo nell’apprendimento non va definito in rapporto con uno standard generale oggettivo, ma nel contesto di un gruppo. In altre parole, supponiamo che uno studente prenda 6. Quel 6 può essere un voto poco più mediocre in un classe dove la media si attesta sull’8. Può essere invece un successo nell’apprendimento se la media di una classe e 4.5. Dunque il successo formativo ha valore se contestualizzato in un gruppo di apprendenti, non secondo una scala standardizzata.
  • Il secondo aspetto riguarda la distribuzione normale o gaussiana. Possiamo immaginare che in un gruppo classe le votazioni degli apprendenti si distribuiscano secondo una distribuzione normale. Lo stesso si può dire a proposito dell’attitudine degli studenti verso una disciplina. Ciò significa che se l’insegnamento conserva questa curva, allora il successo nell’apprendimento in sostanza è mancato. Coloro i quali avevano una buona attitudine verso la disciplina hanno conseguito un buon voto; coloro i quali non avevano una buona attitudine verso la disciplina non hanno conseguito un buon voto. Siamo così molto lontani da un successo formativo del 90%, scopo del Mastery Learning e l’insegnamento non ha inciso sulle attitudini più deboli.

Le variabili del Mastery Learning

Presentiamo adesso le variabili dell’apprendimento per padronanza.

Attitudine, qualità dell’istruzione e abilità nel comprendere un’istruzione

Bloom riprende da Caroll il concetto di attitudine, definendola nel seguente modo:

Attitudine (secondo il Mastery Learning)
L’ammontare del tempo richiesto dallo studente per raggiungere la padronanza di un apprendimento.

Dunque, studenti con minore attitudine impiegheranno più tempo per conseguire il successo nell’apprendimento. Uno dei problemi dell’apprendimento per padronanza è proprio quello di elaborare strategie per ridurre queste tempistiche. A proposito della possibile riduzione inoltre, molto dipende dall’ambiente in cui l’apprendimento avviene.

Vi è poi la qualità dell’istruzione, definita come:

Qualità dell’istruzione (secondo il Mastery Learning)
Il livello con il quale la presentazione, la spiegazione e l’organizzazione degli elementi di apprendimento si avvicinano alla condizione ottimale per lo studente.

In altri termini questo significa che l’unico criterio con il quale si definisce di qualità l’istruzione impartita sia un criterio ex post, ovvero la sua efficacia. Non tutti i metodi e non tutti i contenuti vanno bene per tutti gli studenti.

Ancora, abbiamo l’abilità nel comprendere un’istruzione:

Abilità nel comprendere un’istruzione (secondo il Mastery Learning)
L’abilità di un apprendente di comprendere la natura del compito assegnato e le procedure che deve svolgere per portarlo a compimento.

Tali abilità differiscono certamente da studente a studente. Il compito del docente è proprio quello di trovare la giusta ricetta che permetta di andare incontro alle attitudini scarse, portando la maggior parte degli studenti alla padronanza della disciplina. Per farlo un docente può servirsi di diversi strumenti:

  • gruppi di studio;
  • tutoring;
  • libri di testo;
  • quaderni di lavoro, schede di esercizi e software;
  • materiali multimediali e giochi.

Perseveranza e tempo a disposizione

Le ultime due variabili sono la perseveranza e il tempo a disposizione, che definiamo di seguito:

Perseveranza (secondo il Mastery Learning)
Il tempo che il discente è disposto a spendere per apprendere un determinato argomento.

 

Tempo a disposizione (secondo il Mastery Learning)
Il tempo previsto dal docente per presentare e spiegare alcuni contenuti, includendo anche il tempo necessario agli studenti per la comprensione.

È chiaro che le variabili sono correlate. Se la perseveranza è minore dell’attitudine, lo studente non raggiungerà il successo nell’apprendimento. Se il tempo a disposizione è minore dell’attitudine, lo studente non raggiungerà, nello stesso modo, il successo nell’apprendimento. Potrebbero esserci situazioni nelle quali lo studente, pur avendo il tempo a disposizione non ha la perseveranza, o viceversa, pur avendo la perseveranza, il tempo a disposizione progettato dal docente non è sufficiente.

Le variabili del Mastery Learning
Le variabili del Mastery Learning

Strategie per implementare l’apprendimento per padronanza

Come abbiamo precedentemente affermato, è fondamentale per il Mastery Learning:

  • trovare i metodi per diminuire il tempo che serve per apprendere: questo è un problema didattico;
  • trovare le modalità di corretta definizione delle tempistiche per ogni alunno per apprendere: questo è un problema di progettazione curriculare.

 

Le strategie di Mastery Learning devono inoltre tener conto delle cinque variabili presentate sopra. In genere ogni strategia di apprendimento per padronanza si divide in tre punti che sono:

  • le precondizioni;
  • le procedure operative;
  • i risultati.

 

Analizziamo ora questi punti nel dettaglio.

Le precondizioni

L’apprendimento si articola sostanzialmente in due momenti: l’insegnamento da parte del docente e la valutazione cumulativa. Non è corretto, secondo l’apprendimento per padronanza, valutare uno studente su una base competitiva rispetto agli altri studenti. Bisognerebbe invece definire uno standard di valutazione che sia raggiungibile da tutti e oggettivo, anche sulla base delle serie storiche di anni precedenti. In questo modo l’apprendimento diventa un obiettivo condiviso da raggiungere, non la posizione in classifica in seguito ad una competizione.

Le procedure operative

Il Mastery Learning prevede che una disciplina sia divisa in unità di insegnamento/apprendimento. Sulla queste unità di insegnamento/apprendimento si esegue quella che Bloom chiama valutazione formativa, una valutazione in itinere. Le valutazione formative, che avvengono tra un’unità e un’altra permettono:

  • allo studente di rendersi conto se il suo metodo di studio è adeguato;
  • al docente se il suo insegnamento è adeguato;
  • se lo studente nota un miglioramento, le votazioni formative permettono un feedback, e dunque un rinforzo informativo, positivo.

Se lo studente non riesce a raggiungere il successo nell’apprendimento, il docente ripete la presentazione e la spiegazione dei contenuti, utilizzando metodi e materiali diversi.

I risultati

Per quanto riguarda i risultati, Bloom nell’articolo Learning for Mastery (1968) afferma che questa tecnica, anche nei corsi universitari, ha comportato effettivamente che il 90% degli studenti abbia ottenuto il successo nell’apprendimento. Tale successo inoltre, in genere, migliora l’approccio dello studente verso la disciplina, come pure la perseveranza: maggiore padronanza avremo di una certa disciplina, tendenzialmente di più saremo interessati ad approfondirla.

Mastery Learning e comportamentismo

Possiamo notare come l’apprendimento per padronanza si collochi nel paradigma del comportamentismo. Infatti questo metodo non tratta specificamente i processi cognitivi interni, ma si affida per lo più alla logica stimolo-risposta-feedback. Ancora, questo metodo sposa un approccio per prove ed errori, dato che se una strategia fallisce, la si sostituisce con un’altra sino al raggiungimento del successo.

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