I disturbi della condotta secondo l’ICD

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In questo articolo illustriamo i principali disturbi della condotta dopo aver introdotto la Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD).

La Classificazione Internazionale delle Malattie o ICD

LOrganizzazione Mondiale della Sanità (OMS, o, in inglese, WHO, World Health Organization) ha provveduto ad elaborare un sistema internazionale per la classificazione delle malattie, noto come International Classification of Diseases. La ragion d’essere di questo sistema è per lo più legato a motivi statistici. Ad esempio, si vogliono avere metriche per comprendere come e di cosa si muore nei diversi Stati del mondo, l’incidenza delle malattie in una certa regione ecc.

La seguente tabella ci mostra come funziona questa classificazione.

Lettere Maiuscole Due cifre Punto e ulteriore cifra
Indicano una categoria di malattie riconducibili ad un ambito abbastanza vasto e generico. Ad esempio con la categoria F si indicano i Disturbi della Mente e del Comportamento. Queste due cifre indicano un gruppo specifico di malettie facenti parte della categoria indicata dalal lettera maiuscola, quindi di sottocategorie. Ad esempio da F90 a F98 sono raggruppati i Disturbi comportamentali delal sfera emozionale con esordio abituale nell’infanzia o nell’adolescenza. Le due cifre possono poi essere seguite da un punto e da un’ulteriore cifra che individua specificamente una variante di quella malattia. In genere le cifre 8 e 9 indicano varianti non ben specificate.

Qualche esempio di malattie classificate con l’ICD

Facciamo qualche esempio:

  • F90 è una sottocategoria di F che include i Disturbi Ipercinatici (o sindromi ipercinetiche, in pratica i bambini iperattivi).
  • F95 è una sottocategoria di F che include i Disturbi a TIC (movimenti involontari non controllabili). A sua volta questa sottocategoria comprende ulteriori livelli:
    • F95.0: Disturbo a TIC transitorio;
    • F95.1: Disturbo a tipo TIC cronico, motorio o vocale;
    • F95.2: Disturbi a tipo combinati motori multipli e vocali (Sindrome di Tourette)
    • F95.8: Altri disturbi a tipo TIC;
    • F95.9: Disturbo a tipo TIC non specificato.

 

I disturbi della condotta

Definizione generale dei disturbi della condotta

Disturbi della condotta 
Disturbi caratterizzati da uno schema ripetitivo e persistente di condotta antisociale, aggressiva o ribelle. Tale comportamento deve implicare gravi violazioni delle aspettative sociali in rapporto all’età; pertanto deve essere più grave dell’usuale birichinata infantile o della disobbedienza adolescenziale e deve evidenziare un modello perseverante di comportamento (sei mesi o più). Le caratteristiche del della condotta possono essere sintomatiche anche di altre condizioni psichiatriche, nel qual caso si deve preferire la diagnosi di base. Esempi di comportamenti su cui si basa la diagnosi sono livelli eccessivi di violenza o di prepotenza, crudeltà verso altre persone o animali, gravi danni a proprietà, piromania, furti, costante comportamento menzognero, assenze ingiustificate da scuola e fughe da casa, insoliti e frequenti scatti d’ira e forte collera e disobbedienza. Uno qualsiasi di questi comportamenti, se marcato e ripetuto, è sufficiente per la diagnosi; tuttavia non costituiscono diagnosi atti antisociali isolati.

Classificazione dei disturbi della condotta

Sempre stando all’ICD, vi sono 6 tipi di disturbi della condotta, che elenchiamo di seguito e  approfondiamo singolarmente F91.1-F91.3, che sono quelli più rilevanti dal punto di vista scolastico:

  • F91.0: Disturbo della condotta limitato al contesto familiare;
  • F91.1: Disturbo della condotta con ridotta socializzazione. Questo è un disturbo in cui il soggetto mostra un persistente comportamento aggressivo e antisociale. Gli atti aggressivi e violenti non sono operati insieme ad altri individui: il bambino rimane quasi totalmente isolato. Viene diagnosticato in bambini di almeno 9-10 anni.
  • F91.2: Disturbo della condotta con socializzazione normale. Differentemente dal precedente, le azioni aggressive, violente e antisociali non vengono in isolamento compiute in gruppo, che diventa quindi una vera e propria gang, una banda, un branco, i cui atti spesso sfociano in veri e propri reati, come vandalismo, violenza, aggressione, crudeltà verso le persone e gli animali. Viene diagnosticato in bambini di almeno 9-10 anni.
  • F91.3: Disturbo oppositivo provocatorio. Tipico dei bambini piccoli, si esprime con la disobbedienza sistematica ed un atteggiamento di sfida verso gli adulti. Tuttavia non sfocia mai in episodi gravi tipi di di F91.1 e F91.2. Viene diagnosticato in bambini di almeno 6-7 anni.
  • F91.8: Altri disturbi della condotta;
  • F91.9: Disturbo della condotta non specificato;

 

Un’ulteriore classificazione: la DSM

Un’altra importante classificazione è la Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders (DSM), che è elaborata dall’American Psychiatric Association (APA). Rispetto ai disturbi della condotta in rapporto all’ICS vi sono delle significative differenze. in quanto il Disturbo Oppositivo Provocatorio non fa parte dei disturbi della condotta secondo l’APA.

Misure contro i disturbi della condotta

Il docente, che ha modo di osservare la classe, se sospetta che possano esservi studenti affetti da disturbi della condotta fa presente la cosa al dirigente. Si informa la famiglia, la quale potrebbe non essere pronta ad intraprendere le dovute azioni e soluzioni nei confronti del figlio/a o esibire resistenza davanti alla possibilità che il figlio/a abbia un determinato disturbo. Si indirizza poi la famiglia verso specialisti psicologici o sociali e la scuola deve rimanere in contatto con questo personale specialistico e con la famiglia per coordinare gli interventi sul disturbo.

Per approfondire vedi anche: Il bullismo: le cause e i possibili rimedi e Il bullismo: caratteristiche, tipologie e figure coinvolte.

 

 

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