Alessandro Magno e l’impero macedone – 356-323 a.C.

Alessandro Magno cover

In questo articolo trattiamo la figura di Alessandro Magno (356-323 a.C.), sovrano macedone e conquistatore di un enorme impero.

Ascesa macedone – IV-III sec. a.C.

Sino alla metà del IV secolo a.C. la Macedonia era considerata dai Greci niente di più di un territorio abitato da barbari. I Greci non temevano affatto i Macedoni, che al più avrebbero potuto rifornirli di cavalli, legname e grano. Nessuno infatti considerava questi “barbari”. Tuttavia, mentre la Grecia era sconvolta dalla guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), la Macedonia si sviluppava significativamente, assimilando molte conquiste culturali e civili delle pòleis– A differenza di esse, tuttavia, i villaggi macedoni non divennero mai città stato indipendenti e gelose della loro indipendenza. Ciò favorì la creazione di un regno macedone unitario.

Filippo II, lo “straccione macedone” – 359-336 a.C.

In Macedonia divenne re Filippo II, già reggente del nipote Aminta, nel 359 a.C. L’esperienza della prigionia ed esilio a Tebe1 fu molto importante per il sovrano. Lì ebbe modo di apprendere la cultura greca e i meccanismi alla base della vita politica delle pòleis. Non solo la politica, ma anche l’arte della guerra. Sempre a Tebe, Filippo conobbe la falange tebana, e la modificò importandola in Macedonia. Creò così la falange macedone, una formazione di 8000 soldati, schierati su 16 righe e armati di sarisse, ovvero lunghe lance. La fanteria era costituita dai contadini, mentre la cavalleria da nobili che potevano permettersi un destriero e un’armatura pesante.

La riforma militare fece sì che la Macedonia disponesse di un imponente e disciplinato esercito. Sfruttandolo, Filippo II iniziò a dedicarsi ala conquista della Grecia, sfruttando anche l’inimicizia tra le pòleis. Proprio per invitare le città-stato dell’Ellade a unirsi contro Filippo, l’oratore Demostene (384-322 a.C.) compose le Filippiche, orazioni nelle quali dipingeva Filippo II come uno straccione:

Non è un greco, coi Greci non ha niente in comune; non è nemmeno un barbaro di un paese dove sia bello dire di essere nati; è uno straccione macedone, di quella regione dove a suo tempo non si comprava nemmeno uno schiavo buono a qualche cosa.

Le invettive di Demostene convinsero infine le città-stato, in particolare Atene e Tebe, a unirsi contro Filippo II. Questi, a detta di Demostene, avrebbe voluto unificare la Grecia non per meglio difenderla dalla – remota – minaccia persiana, ma per la sua gloria personale. Ad ogni modo Filippo II, che già si era impadronito militarmente di alcune zone della Tracia e della Tessaglia con le relative miniere d’oro, sconfisse pesantemente le città-stato nella battaglia di Cheronea (338 a.C.).

Il sovrano macedone convocò quindi a Corinto il Congresso Panellenico, in cui le pòleis, pur formalmente libere, di fatto si adeguarono alle volontà di Filippo II, unendosi in una Lega Ellenica antipersiana. Filippo morì nel 336 d.C. ucciso da una congiura ordita da Olimpiade., sua quarta sposa2, da lui ripudiata.

Alessandro Magno – 336-323 a.C.

Alla morte di Filippo II divenne re di Macedonia il figlio appena ventenne Alessandro. Di Alessandro è nota la formazione greca, dato che il suo maestro fu Aristotele. Del maestro però non dovette condividere l’idea di Stato. Per lo Stagirita infatti uno stato ideale non avrebbe dovuto avere una popolazione superiore alle 100000 unità. Alessandro, invece, ebbe l’ambizione di creare un impero universale.

La sconfitta dell’impero persiano – 336-330 a.C.

Le sue prime imprese riguardarono la sottomissione delle città greche che si erano sollevate alla morte di Filippo. Alessandro punì Tebe in particolare nel 335 a.C., riportando all’ordine le altre pòleis.

Si volse così a Oriente, verso l’impero persiano, continuando a pianificare la campagna già voluta dal padre. Tra il 334 e il 333 sconfisse l’esercito del Gran Re Dario III in due occasioni, prima a Granìco e poi a Isso. Trascorse l’inverno tra le due battaglie a Gordio.

Alessandro non continuò immediatamente la sua marcia verso oriente. Si spostò in Palestina passando dalla Siria. Assediò per sette mesi e conquistò Tiro, per poi dirigersi in Egitto. Presentatosi come il liberatore del popolo egizio dalla dominazione persiana, fondò Alessandria e i sacerdoti lo riconobbero come il figlio di Amon-ra, divinizzandolo.

Nel 331 Alessandro riprese la campagna contro l’impero persiano sconfiggendo Dario III a Gaugamèla, capolavoro bellico del conquistatore macedone. Dario III si diede alla fuga, per poi essere ucciso da Besso, satrapo della Battriana che si fece proclamare re nel 330 a.C..

Dalle conquiste persiane Alessandro ottenne immense quantità di metalli preziosi. Ricordiamo infatti l’abitudine dei Persiani a conservare i metalli preziosi senza coniarli. Alessandro invece utilizza tutti quei preziosi per coniare una nuova moneta, il doppio statere, che diventa di fatto la moneta di scambio per il commercio internazionale.

Nel 329 a.C. Alessandro Magno occupò Babilonia, presentandosi come il successore di Dario III, a cui diede un funerale degno del suo titolo. Procedette poi col condannare il traditore Besso.

La marcia verso l’India e morte di Alessandro Magno

Sconfitto l’impero persiano e soggiogata ogni altra satrapia ribelle, Alessandro rivolse i suoi interessi a oriente. Già nel 326 a.C., con una marcia sovrumana3, alla testa di un grande esercito, raggiunse le sponde dell’Indo. Con alcune imbarcazioni discese verso l’Oceano Indiano, per poi ritornare in Persia, mentre Nearco, suo Ammiraglio, esplorava i collegamenti navali tra India e Mesopotamia.

Nel 324 a.C. Alessandro Magno ritornava a Babilonia, sua nuova capitale. Sarebbe morto un anno dopo, nel 323, a 32 anni. Sulla morte di Alessandro Magno si sono alternate diverse teorie, dall’assassinio da parte degli figlio Antipatro e della moglie Rossane, principessa persiana, all’alcolismo, alla malaria. Uno studio molto recente della Dott.ssa Katherine Hall dell’Università Neozelandese di Otago ipotizza che la morte del grande conquistatore sia dovuta alla sindrome di Guillain-Barré, contratta ingerendo uno specifico batterio. Tale sindrome porta dalla paralisi progressiva sino alla morte apparente. Alessandro Magno sarebbe forse stato sepolto ancora vivo.

 

L'impero di Alessandro Magno
L’impero di Alessandro Magno – Fonte: Zanichelli

Lascia un commento