L’impero persiano da Ciro il Grande a Dario – 558-486 a.C.

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In questo articolo trattiamo l’impero persiano dalla sua ascesa con Ciro il Grande (558-529a.C.) sino a Dario (522-486 a.C.).

L’ascesa dell’impero persiano

Ciro il Grande – 558-529 a.C.

Come sappiamo, I Babilonesi e i Medi abbatterono nel 612 a.C. l’impero assiro. Tuttavia, i Medi, a loro volta furono conquistati da un popolo a loro affine e inizialmente sottomesso, i Persiani. Grazie alla guida di Ciro il Grande, i Persiani si liberano dal giogo del Medi nel 550 a.C. e nel 546 a.C. sconfiggono Creso, l’ultimo re della Lidia. In questo modo Ciro ha a disposizione tutto il regno di Creso, che comprende anche alcune pòleis ioniche sue alleate.

Le successive imprese di Ciro lo videro coinvolto ne l rafforzare i confini dell’impero persiano, sconfiggendo tutta una serie di tribù barbare della Battriana e della Sogdiana. Sconfiggendole il Grande Re, estese i confini dell’impero sino all’Afghanistan, per poi estenderlo ancora occupando il territori del Secondo impero babilonese (539 a.C.).

Il sovrano morì nel 529 a.C. in una spedizione militare tra il Mar Caspio e il Lago di Aral. L’opinione che i contemporanei ebbero di Ciro fu molto felice. Egli infatti si dimostrò estremamente generoso con i sovrani e con i popoli vinti. A Creso fu infatti concesso di vivere negli agi alla corte del Gran Re, mentre con Ciro gli Ebrei tornarono nella loro terra natia, ponendo così fine alla cattività babilonese.

Cambise – 529-522 a.C.

Il figlio ed erede di Ciro, Cambise, continuò la politica espansionistica del padre. Egli riuscì ad impadronirsi dell’Egitto, deponendo il faraone Psammetico III nel 525 a.C.. Di Cambise sappiamo poco altro, data la breve durata del suo regno, probabilmente concluso prima del tempo da una congiura, dato il pessimo temperamento caratteriale del sovrano.

Dario – 522-486 a.C.

Morto Cambise, i nobili persiani, fecero re un parente di Ciro, Dario. Anche Dario continua la politica espansionista, in particolare verso la Grecia, conquistando la Tracia. L’espansione persiana ai danni delle pòleis greche sarà la causa delle due guerre greco-persiane (499-479 a.C.).

L'impero persiano alla sua massima estensione
L’impero persiano alla sua massima estensione – Fonte: Zanichelli

Satrapie ed economia

L’impero persiano era organizzato, sin dai tempi di Ciro, in satrapie, ovvero larghi territori che erano anche unità amministrative. Le satrapie erano affidate ai satrapi, i nobili vicini al Gran Re che questo avevano eletto. I satrapi esercitavano nella loro area di competenza il potere militare, civile e fiscale. I tributi erano per lo più sotto forma di metalli preziosi.

La tendenza persiana ad accumulare tali metalli e a non utilizzarli e coniare moneta rappresentò un ostacolo alla crescita dei commerci. Il Gran re teneva sotto controllo i satrapi attraverso degli appositi ispettori. I viaggi nell’impero erano facilitati da un’efficiente rete stradale.

Solo con l’assenza di sovrani capaci la divisione in satrapie e le spinte autonomistiche dei satrapi rappresentarono uno dei motivi di debolezza e decadenza dell’impero persiano, che cadrà sotto l’espansione macedone di Alessandro Magno.

Lo zoroastrismo e l’arte

Nell’impero persiano, nel VI secolo a.C., si diffuse lo zoroastrismo. Secondo le idee di Zarathustra, il mondo è il teatro della lotta tra gli spiriti del bene, chiamati Ahura e capeggiati da Ahura Mazda, e quelli del male, i Deva, capeggiati da Ahriman. Ovviamente gli uomini devono schierarsi con gli Ahura, comportandosi degnamento e attenendosi al Giusto pensiero, ovvero la verità. Secondo Zarathustra, dopo 12000 anni – a questo equivarrebbe la durata del tempo – Ahura Mazda avrebbe sconfitto i Deva di Ahrim e un fiume di fuoco incandescente avrebbe purificato il mondo, mentre i buoni avrebbero goduto di felicità eterna.

Al di là della sua colorata veste, lo zoroastrismo ha molti in comune e spesso anticipa le credenze cristiane negli angeli e nei demoni e nel giudizio universale.

Faravahar

Per quanto invece riguarda la cultura in generale, interessante è sapere che i Persiani non seppellivano né bruciavano i morti, ma li lasciavano decomporre su delle torri, in modo tale da non sporcare la purezza di terra e fuoco.

L’architettura persiana non si espresse tanto dal punto di vista religioso, poiché i Persiani utilizzavano solo degli altari per le loro cerimonie. Gli esempi architettonici più imponenti sono rappresentati dai palazzi dei sovrani.

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Slide – L’Impero persiano da Ciro il Grande a Dario

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