Pericle e l’età dell’oro di Atene – 460-430 a.C.

Pericle cover

In questo articolo trattiamo l’età di Pericle (460-430 a.C.), età di massimo splendore per l’antica Atene.

Atene e Sparta dopo la vittoria contro i Persiani

In seguito alla sconfitta dei Persiani, le due principali pòleis che emersero furono Sparta e Atene. La prima era a capo della Simmachia peloponnesiaca, mentre Atene era a capo della Lega di Delo.

Dobbiamo ricordare che il partito progressista, guidato da Temistocle, aveva spinto per la guerra contro i Persiani soprattutto per motivi economici. La borghesia commerciale Ateniese mirava infatti ad espandersi sul Mar Egeo, controllato dai Persiani. Per Atene la vittoria contro i Persiani significò appunto espandersi nel commercio marittimo. Così non fu per Sparta. La rigida società spartana, improntata solo alla vita militare, avrebbe dovuto trasformarsi e tale trasformazione avrebbe comportato la nascita di una borghesia mercantile che avrebbe corroso i privilegi degli Spartiati. Sparta dunque non ottenne nessun vantaggio dalla vittoria contro i Persiani, continuando però a detenere il primato militare nel Peloponneso.

La Lega di Delo, così chiamata perché il tesoro era custodito a Delo, dal canto suo, raccoglieva tutte le pòleis della Ionia, e dell’Eubea, oltre che moltissime isole e isolette che costellavano l’Egeo.

Dall’ostracizzazione di  Temistocle a quella di Cimone

Gli anni immediatamente successivi alle guerre greco-persiane, Sparta dovette affrontare diversi disordini nel Peloponneso. Le guerre avevano causato le sollevazioni delle popolazioni dell’Arcadia e dell’Elide. Stesso malcontento mostravano gli Iloti della Laconia e della Messenia. Molte di queste genti premeva per un ordinamento democratico, e dunque dall’allontanamento dalla Simmachia.

La strategia di Temistocle

Temistocle, il vincitore di Salamina, voleva approfittare della situazione nel Peloponneso per destabilizzare ulteriormente l’egemonia spartana, favorendo le spinte autonomistiche. Atene avrebbe poi dichiarato guerra a una Sparta indebolita e l’avrebbe sconfitta. Proprio seguendo questo piano, Temistocle volle che Atene, rasa al suolo da Serse durante la seconda guerra greco-persiana, fosse ricostruita e dotata di un’importante cinta muraria che collegasse la città al porto del Pireo, le cosiddette Lunghe Mura.

Le Lunghe Mura di Atene.
Le Lunghe Mura di Atene. Se stretta d’assedio, Atene avrebbe potuto continuare a ricevere approvvigionamenti via mare. La via dal porto alla città era infatti fortificata. Fonte: Zanichelli

Tuttavia, il partito conservatore guidato da Aristide e Cimone1, non aveva intenzione di minare l’equilibrio, vedendo in Sparta un argine contro disordini di vario genere nell’Ellade. I conservatori, opponendosi alla strategia di Temistocle, lo ostracizzarono nel 471 a.C. e riconfermarono l’alleanza con Sparta.

Successo e caduta di Cimone

Cimone, ancor prima dell’ostracizzazione di Temistocle, continuò la politica espansionistica nell’Egeo ai danni dei Persiani. Conseguì una serie di brillanti successi, che elenchiamo di seguito cronologicamente:

  • 476 a.C. – libera le coste della Tracia;
  • 472-471 a.C. – Atene ottiene il controllo di Bisanzio e con essa anche il controllo del Porto Eusino;
  • 470 a.C. – Sconfigge una flotta persiana che vuole entrare nell’Egeo.

 

Il successo militare di Cimone è però fragile, per una contraddizione insita nel suo partito di appartenenza. Cimone è un conservatore, che sta portando avanti imprese che favoriranno i ceti della borghesia mercantile. Non passano che pochi anni che la sua popolarità inizia a tramontare. Due nuovi personaggi emergono sulla scena politica ateniese: Efialte e Pericle.

L’occasione per eliminare Cimone dalla vita politica di Atene si presentò nel 462 a.C.. Cimone era accordo in aiuto degli Spartani, che stavano cercando di reprimere una rivolta messenica, con 4000 opliti.  Tuttavia, dopo alcuni mesi, gli Spartani, stanchi di dover mantenere le truppe di Cimone, le congedarono. Così Cimone tornò in patria umiliato da un’impresa che i democratici non avevano mai voluto. Nel 461 viene pertanto ostracizzato. L’assassinio successivo di Efialte, nemico giurato dell’Areopàgo, spiana la strada all’ascesa di Pericle.

Pericle

La riforma democratica

Pericle, un aristocratico di enorme caratura politica, riuscì a imporre un regime democratico, esautorando di fatto l’Areopàgo. Inoltre, in base alla riforma democratica di Pericle, tutti coloro che svolgeva funzioni pubbliche avrebbero ottenuto un compenso. Le magistrature sono inoltre soggette a sorteggio, ad eccezion fatta per lo strategato2 e quelle cariche che richiedono specifiche competenze.

Non dobbiamo certamente pensare alla democrazia di Pericle come ad una democrazia moderna. In realtà era una democrazia basata sull’imperialismo ateniese, sullo schiavismo e sul razzismo. Chi infatti non è ateniese  – e nel 451 a.C. Pericle riserva la cittadinanza a coloro i quali hanno entrambi i genitori ateniesi – è sempre considerato come un estraneo, un barbaro e gli Ateniesi si sentono legittimati a sfruttarlo. Dunque la democrazia ateniese nell’età di Pericle è un regime politico vantaggioso per una stretta minoranza.

La prima guerra peloponnesiaca e lo scontro con i Persiani

L’espansionismo ateniese conosce con Pericle la sua massima espressione, volgendosi sia contro i Persiani che contro gli Spartani. Contro questi ultimi lo stratego scatena nel 457 a.C. la prima guerra peloponnesiaca, che si risolve in un nulla di fatto, poiché, nel 445 viene stipulata una pace trentennale che ristabilisce lo status quo tra le due potenze.

Lo scontro con i Persiani invece è indiretto. Pericle fomenta la ribellione egiziana contro i Persiani con il continuo invio di truppe. Sebbene questa strategia all’iniziò dà risultati rilevanti, nel medio periodo diventa economicamente insostenibili, tant’è che tra Atene e i Persiani si arriva alla pace di Callia del 449 a.C.. Anche in questo caso non ci sono variazioni significative dei rapporti di forza.

Il fiorire della cultura

Lascia un commento