La pòlis di Sparta

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In questo articolo trattiamo la polis di Sparta, potenza egemone di tutto il Peloponneso durante la metà del VI secolo a.C.

Le origini della pòlis di Sparta e la divisione in classi

La polis fu fondata tra il XII e il X secolo a.C., quando i Dori discesero lungo la Laconia distruggendo la città di Lacedemone1. I Dori si imposero nei secoli successivi vero l’Arcadia e l’Argolide.

La società spartana era rigidamente divisa in tre classi:

  • In cima vi erano gli spartiati, una minoranza costituita da circa 25000 individui. Tale minoranza, discendente dagli antichi dominatori dorici, deteneva tuttavia tutte le proprietà e i diritti politici.
  • Nel mezzo vi erano i perieci, letteralmente gli abitanti dei dintorni. Erano gli antichi abitanti della regione, precedenti all’invasione dorica. Essi conservarono i diritti di proprietà, erano i principali attori dell’economia, ma non avevano diritti politici. Il numero dei perieci è stimato intorno ai 100000.
  • Infine vi erano gli iloti, ovvero i prigionieri di guerra. A costoro erano riservate le mansioni più umili, come il lavoro nei campi e la cura del vettovagliamento. Partecipavano spesso anche alle guerre. Gli iloti erano anche la maggioranza della popolazione.

 

Licurgo e l’organizzazione della pòlis

La figura di Licurgo è ammantata dalla leggenda. Gli storici non concordano sulla sua effettiva esistenza, ma la tradizione vuole che egli abbia organizzato la polis su consiglio dell’Oracolo di Delfi.

È possibile elencare le seguenti figure e istituzioni nell’organizzazione politica spartana:

  • i due re, detti basilei: Sparta era governata da una diarchia. Un re apparteneva alla dinastia degli Agiadi e l’altro a quella degli Europontidi. I basilei non avevano un potere assoluto, ma erano comunque i capi religiosi e militari. Il loro incarico era vitalizio.
  • I re erano affiancati dalla gherusìa, un’assemblea composta da 28 geronti (senatori), spartani ultrasessantenni che insieme ai re formavano l’assemblea dei trenta. La gherusìadeteneva il potere giudiziario. La carica di geronte era vitalizia.
  • Una seconda assemblea era l’apella, cui potevano partecipare solo gli spartiati che avevano superato i trent’anni. Questa assemblea si occupava di eleggere gli èfori e i geronti.
  • L‘eforato, composto da cinque èfori. Essi avevano un potere molto vasto: controllavano l’operato dei geronti e dei re, radunavano gli eserciti e si occupavano della politica estera. Dato il vasto potere di cui disponeva l’eforato, i suoi membri mantenevano la propria carica per un solo anno.

L’agoghé

Di fondamentale importanza nella cultura spartana è l’agoghé, ovvero l’allevamento dei fanciulli. La crescita nella polis di Sparta era certamente molto dura e questo sin dalla nascita. La società spartana era una società guerriera e bellicosa, nella quale la debolezza non era tollerata. Se un neonato presentava difetti, debolezze o menomazioni, veniva abbandonato sul monte Taigeto. Eventualmente avrebbe potuto essere adottato da qualche periecio o ilota misericordioso, ma mai diventare uno spartano.

I bambini privi di difetti al raggiungimento del settimo anno d’età venivano strappati dalla madre e affidati ad un istitutore, noto come paidonómos, l'”allevatore di fanciulli”. Fino al ventesimo anno d’età i giovani spartani erano sottoposti a prove durissime finalizzate a temprarli come guerrieri. Se arrivavano in fondo a questo primo periodo di formazione, venivano poi addestrati all’uso delle armi e al maneggio verso i venti anni. Dai trent’anni in poi era loro permesso di partecipare all’apella e ai sisizzi, i pasti comunitari degli spartani nei quali i giovani potevano imparare dalla saggezza dei veterani.

Anche le ragazze spartane erano duramente addestrate. Le ragioni della durezza della formazione dei giovani spartani erano diverse. In primo luogo la mentalità guerresca e belligerante. A questo va aggiunto anche che gli spartani erano pochi: per ogni spartano vi erano, mediamente, otto iloti e quattro perieci. Solo questo durissimo addestramento poteva permettere agli Spartani di reggere il confronto con altre poleis rivali, come ad esempio quella di Atene. Atene infatti poteva contare un esercito molto più numeroso, ma certamente meno agguerrito.

L’economia a Sparta

Sebbene molte poleis greche fossero fiorenti nelle arti, nella filosofia e nel commercio, questo non fu il caso di Sparta. L’economia spartana era infatti un’economia di mera sussistenza. Ciò era dovuto anche alla austera condotta di vita a cui era improntata la vita spartana, nella quale era fatto assoluto divieto di accumulare ricchezze o crogiolarsi nel lusso. Si temeva infatti che uno stile di vita troppo confortevole potesse indebolire la tempra guerresca.

L’economia di sussistenza della pòlis spartana fu, nel lungo periodo, tuttavia, uno dei fattori che portarono alla successiva decadenza di questa civiltà.

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