Atene: dalla monarchia a Dracone (VII sec – 594 a.C.)

Dracone Cover

In questo articolo trattiamo la storia della polis di Atene, dal VII secolo a.C. all’arcontato di Dracone (621-594 a.C.).

L’arcontato

Atene era stata a lungo governata dalla monarchia micenea. Tuttavia, dopo la fine delle civiltà micenea, la forma di governo cambiò, spostandosi verso un’oligarchia aristocratica. Questa forma di governo è nota come arcontato.

In particolare ad Atene esistevano tre arconti, tra i quali era diviso il potere della precedente monarchia:

  • l’arconte basileo, che aveva le funzioni di un sommo sacerdote.
  • Quello eponimo, così chiamato perché era la sua figura a imporre il nome del nuovo anno.
  • Il polemarco: il capo dell’esercito.

 

Successivamente a queste tre tipologie di arconti furono aggiunte quelle degli arconti tesmoeti, sei magistrati che esercitavano il potere esecutivo e giuridico.

Agli arconti era poi affiancata una istituzione nota con il nome di consiglio dell’aeropàgo, un consiglio di anziani che svolgeva una funzione di sorveglianza ed eventualmente anche di tribunale.

Nei box sottostanti definiamo le nozioni di aeropàgo, agorà e acropoli.

La struttura della società ateniese

La società ateniese era divisa in classi. Tale divisione era rigida nella stessa misura in cui lo era quella spartana. Le principali classi erano:

  • in cima vi erano gli eupatridi1.  Questa fetta di popolazione costituiva la nobiltà e ad essa erano riservate le cariche politiche come pure tutti i diritti;
  • Appena dopo vi erano i geòmori, grandi latifondisti che insieme agli eupatridi possedevano quasi tutti i campi coltivati.
  • Sotto i geòmori vi erano poi i demiurgi, ovvero coloro i quali costituivano il demos[foonote]Il popolo.[/foonote]. Il demos era composto da artigiani e mercanti che vivacizzavano la vita economica di Atene. Il demos tuttavia, pur fornendo soldati, non partecipava alla vita politica della polis.
  • All’ultimo grado della società vi erano i meteci2, le donne e gli schiavi. Le donne non godevano di alcun diritto, non potevano partecipare alla vita pubblica e se il marito aveva ospiti, esse si dovevano ritirare in uno spazio apposito della casa, detto gineceo. Gli schiavi invece non erano neppure considerati umani, ma semplici strumenti.

Dracone e le leggi

Non passò molto tempo prima che il malcontento degli esclusi trovasse espressione. Una ribellione popolare nel 621 a.C. portò all’arcontato Dracone. Il compito di Dracone fu quello di scrivere e far applicare leggi tali che i soprusi della nobiltà terminassero.

Dracone fu particolarmente efficiente, sino ad essere oltremodo severo3. Le punizione inflitte per i reati furono da un lato eque poiché non fecero distinzione tra i cittadini, dall’altro eccessivamente dure. Si abbatterono non solo sulla nobiltà ma anche sul demos, che pure aveva messo Dracone al potere.

Un merito della legislazione di Dracone fu comunque rendere illegali le pratiche di vendetta personale sino ad allora diffuse, favorendo una legge che fosse uguale per tutti.

Nel box sottostante approfondiamo le leggi draconiane.

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