Piaget e gli stadi evolutivi dello sviluppo

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In questo articolo illustriamo la teoria degli stadi dello sviluppo evolutivo di Piaget, frutto dell’adattamento intelligente dell’individuo all’ambiente. Ti consigliamo di leggere prima l’articolo riguardante la teoria l’epistemologia genetica del pedagogista francese.

Gli stadi dello sviluppo

Secondo lo studioso, è possibile classificare lo sviluppo cognitivo infantile in diverse fasi. Ogni fase è propedeutica per la sua successiva, che è di superiore complessità. Piaget individua quattro stadi che elenchiamo di seguito:

  • stadio senso-motorio: dalla nascita ai 2 anni;
  • quello preoperatorio: dai 2 ai 7 anni;
  • quello delle operazioni concrete: dai 7 ai 12 anni;
  • quello delle operazioni formali: dai 12 ai 16 anni.

 

Stadi evolutivi secondo Piaget
Stadi evolutivi secondo Piaget

Come si può notare dalla mappa, alcuni stadi presentano dei sottostadi. Li analizziamo tutti nella continuazione dell’articolo.

Stadio senso-motorio – 0-2 anni

Alla base di questo stadio vi sono le percezioni e i movimenti. Lo stadio senso-motorio si divide in sei sottostadi.

Primo sottostadio senso-motorio – 0-1 mese

In questo sottostadio hanno fondamentale importanza i riflessi, che sono sostanzialmente dei meccanismi innati ereditati geneticamente. Esempi di questi riflessi sono:

  • rooting: il bambino volge il viso verso il dito che si poggia sulla sua guancia o al lato della bocca;
  • la suzione: il riflesso di succhiare;
  • la prensione della mano: il bambino chiude la mano ogni volta che il palmo viene toccato da un oggetto affusolato, come un dito;
  • il riflesso di Moro: il neonato apre le braccia quando viene poggiato in posizione supina.

 

Secondo sottostadio senso-motorio – 1-4 mesi

In questo sottostadio compaiono le reazioni circolari primarie. Il bambino ripete alcuni movimenti coordinati, per motivi di diletto o funzionali. Esempi di reazioni circolari primarie sono:

  • coordinazione mano-bocca: il portare la mano alla bocca iniziandone a succhiare il dito;
  • coordinazione vista-udito: il bambino muove lo sguardo verso la fonte del rumore.

Questi due stati sono caratterizzati da Piaget con l’espressione egocentrismo radicale. Il bambino non è capace di distinguere il suo corpo dall’ambiente esterno: non è in grado, ad esempio, di capire che quel braccio che muove è il suo braccio. In questi due stadi, dal punto di vista linguistico, i bambini si limitano a produrre vocalizzi.

 

Terzo sottostadio senso-motorio – 4-8 mesi

In questo sottostadio compaiono le reazioni circolari secondarie. La percezione del bambino si raffina. La fase dell’egocentrismo radicale può dirsi terminata. Il bambino riesce a coordinare la vista con il movimento degli arti: ad esempio è in grado di prendere un oggetto e scuoterlo, come un sonaglio. In generale questa fase è caratterizzata da un potenziamento delle abilità sensoriali e motorie che interagiscono e si coordinano con maggiore precisione e coscienza.

Quarto sottostadio senso-motorio – 8-12 mesi

In questo sottostadio emergono quelle che potremmo definire facoltà cognitive superiori. Oltre che a raffinare ulteriormente la capacità di coordinare senso e movimento, compare l’intenzionalità e la capacità di prevedere un effetto in base ad una causa, che magari lo stesso bambino ha prodotto.

Alla base di questo miglioramento vi è l’acquisizione da parte del bambino del senso di permanenza degli oggetti. Gli oggetti continuano ad esistere anche quando scompaiono dallo spettro dei nostri sensi.

Ecco un video che illustra quanto detto:

In questo stadio inoltre compare, dal punto di vista linguistico, l’emissione di sequenze di sillabe come papapa o nanana. Queste non possono essere considerate parole.

Quinto sottostadio senso-motorio – 12-18 mesi

In questo sottostadio compaiono le reazioni circolari terziarie. Questa è una fase sperimentale ed esplorativa per il bambino, in cui cerca la verifica del fatto che a certe cause seguano determinati effetti. Ad esempio gli oggetti non vengono solo afferrati, ma anche lasciati cadere per sentire il suono generato dalla caduta. Si creano così nuovi schemi percettivi e causali. Dopo i 12 mesi si assiste anche ad un miglioramento della cognizione della permanenza degli oggetti. Un oggetto può venire spostato in più luoghi, ma il bambino lo cercherà sempre nell’ultimo luogo dove è stato nascosto,  superando così il limite del sottostadio precedente.

Dal punto di vista linguistico, Piaget parla di linguaggio olofrastico. Le singole parole pronunciate stanno a significare un’intera frase. Ad esempio pappa sta ad indicare voglio la pappa.

Sesto sottostadio senso-motorio – 18-24 mesi

Questo è l’ultimo stadio-senso motorio. I progressi fatti in questo stato sono molto significativi. Ad esempio il senso di permanenza degli oggetti viene completamente padroneggiato: i bambini sono in grado di cercare gli oggetti anche se non hanno assistito al loro spostamento. Iniziano a sorgere le rappresentazioni mentali e il pensiero simbolico. I bambini sono in grado di rappresentare mentalmente un rapporto di causa-effetto ancor prima di compiere l’azione che lo concretizzerà. Il pensiero simbolico permette poi di potenziare il linguaggio. Al linguaggio olofrastico si sostituiscono frasi vere e proprie. Tali frasi non esprimono per forza un bisogno, ma possono riferirsi anche ad oggetti o situazioni non immediatamente disponibili, di cui il bambino ha comunque sviluppato la rappresentazione mentale.

In questo sottostadio emergono, in particolare, due attività che si basano necessariamente sulla acquisita capacità di formare e intrattenere rappresentazioni mentali:

  • la rappresentazione differita: ovvero la ripetizione di azioni e comportamenti che il bambino ha già esperito dagli adulti o dai coetanei;
  • il gioco di finzione, come ad esempio fare finta di bere o magiare da piatti e bicchieri giocattolo, o prendersi cura di una bambola come gli adulti fanno con lui.

Lo stadio preoperatorio – 2-7 anni

I limiti dello stadio preoperatorio

L’egocentrismo intellettuale

Il primo limite può essere definito come egocentrismo intellettuale o del pensiero. Esso è caratterizzato dai seguenti schemi intellettuali:

  • animismo: il bambino attribuisce un’anima agli oggetti, che sono concepiti come vivi.
  • artificialismo: l’idea che gli elementi naturali siano creati dall’uomo. Un esempio può essere la credenza che un lago sia stato riempito d’acqua perché c’è un rubinetto.
  • finalismo: l’idea del bambino che ogni cosa sia stata fatta per lui o per gli uomini. Ad esempio l’erba cresce perché attutisce le cadute.
Esperimenti sull’egocentrismo intellettuale

Piaget effettua anche alcuni esperimenti per verificare l’egocentrismo intellettuale. Uno dei più noti riguarda il funzionamento di un rubinetto. Un adulto spiega nel dettaglio il funzionamento di un rubinetto ad un bambino A. Al bambino A viene poi chiesto di ripetere la spiegazione ad un bambino B. Piaget nota come il bambino A, nella spiegazione al bambino B, salta molti passaggi. Questo è dovuto al fatto che il bambino A non riesce a mettersi nei panni del bambino B, che non dispone di tutte le informazioni che lui invece ha.

Un secondo esperimento riguarda mettere il bambino davanti ad un plastico. Questo plastico contiene diverse montagne. Dall’altra parte rispetto al bambino viene posta una bambola. Al bambino si mostrano diverse foto e gli si chiede quale di queste rappresenti quello che la bambola vede in base alla sua prospettiva. Il bambino sceglie la foto che mostra quello che lui vede e non quello che la bambola vedrebbe. Dimostra così di non riuscire a superare il limiti del suo egocentrismo intellettuale.

Ecco un video in cui l’esperimento viene riproposto:

Irreversibilità e non conservazione della quantità

In questa fase dello sviluppo le rappresentazioni sono ancora molto legate alle azioni concrete. Il bambino ha difficoltà ha comprendere che un certo stato di cose può essere reversibile. Uno degli esperimenti a conferma di ciò è quello dei bicchieri d’acqua. Al bambino vengono presentati due bicchieri identici, contenenti lo stesso quantitativo di liquido. Il bambino conferma che la quantità di liquido nei bicchieri è la stessa. Successivamente, davanti agli occhi del bambino, un bicchiere d’acqua viene svuotato in un altro recipiente, più stretto e più alto. Si chiede al bambino se il nuovo recipiente contenga la stessa quantità d’acqua e il bambino risponde negativamente.

Ecco un video in cui l’esperimento viene riproposto:

Da questo esperimento si può desumere che:

  • il bambino non comprende ancora la reversibilità. Non arriva a pensare cioè che se svuotassimo il bicchiere alto e stretto nel bicchiere originale, più tozzo, ritorneremmo alla situazione iniziale.
  • il bambino viene ingannato dal fatto che il secondo bicchiere è più alto, non arrivando a comprendere che la maggiore altezza è dovuta al fatto che il diametro del bicchiere è più corto.

 

Un esempio molto simile è quello della fila di monete.

 

 

 

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