Il pragmatismo: da Peirce a James – XIX-XX sec.

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In quest’articolo trattiamo il pragmatismo, corrente filosofica affermatasi negli Stati Uniti tra Ottocento e Novecento.

Il pragmatismo come erede dell’utilitarismo

Il pragmatismo e il relativismo

Pragmatismo: il pensiero di Charles Sanders Pierce – 1839-1914

Biografia e opere

Biografia

Opere

Il fallibilismo e i segni

Secondo Pierce non si danno certezze assolute (fallibilismo). Qualsiasi teoria   o asserzione (statement) può essere rivedibile. Nessuna teoria quindi può candidarsi a diventare una verità assoluta. Nella cornice dell fallibilismo Peirce introduce la sua concezione dei segni. Per segni, il filosofo statunitense intende  non soltanto le parole scritte o emesse vocalmente, ma qualsiasi entità sia in grado di trasmettere un significato: una campana d’allarme, un segnale stradale, un disegno qualsiasi, un’espressione facciale.

Il segno è inserito nel cosiddetto triangolo semiotico. Abbiamo infatti il segno, abbiamo poi l’oggetto a cui il segno si riferisce e, ancora, il soggetto interpretante, che considerando il segno gli attribuisce un significato.

Peirce introduce un’importante novità. Il soggetto interpretante, ovvero l’uomo, diventa a sua volta un segno. Egli infatti, alla vista di un segno, può reagire in un certo modo, mostrare accordo con esso o disaccordo e così via. Se consideriamo un dialogo tra individui, ognuno produce segni che sono interpretati dall’altro. Peirce sostituisce quindi la figura del triangolo con quella del circolo semiotico.

L’oggetto dei segni e i termini astratti come “segni dei segni”

Pierce non accetta neppure l’intuitiva relazione tra segno e referente concreto. Egli infatti crede che gli oggetti dei segni siano a loro volta dei segni. La riflessione di Peirce sembra indirizzarsi verso un completo scetticismo verso l’esistenza di referenti puri per i segni. Questo vale in particolar modo per quei segni che che denotano concetti astratti come giustizia, durezza, permanenza. Tutti questi concetti astratti non sono che segni per un certo comportamento che ne seguirà. Il comportamento che un soggetto interpretante seguirà in base a un certo segno dipende dal significato che la comunità di quel soggetto attribuisce a quel segno. Tuttavia, l’attribuzione di quel significato è sempre, nell’ottica del fallibilismo, qualcosa che può esser rivisto e cambiato.

L’importanza della credenza: da dove si origina?

Il pragmatismo di Peirce si sofferma anche sullo stato mentale della credenza (belief). Secondo il filosofo gli esseri umani tendono a costruire delle credenze. Tali credenze hanno poi un doppio rapporto con l’abitudine (habit). Da un lato le credenze sono frutto dell’abitudine (credo, ad esempio, che domani il sole tramonterà di nuovo il sole); dall’altro le credenze danno vita a nuove abitudini (accenderò le luci in corrispondenza del tramonto). La credenza è importante proprio perché stabilizza il comportamento umano. Il dubbio, dal canto suo, è causa di irrequietezza e insoddisfazione.

Ci si potrebbe chiedere quali sono le modalità con cui le credenze si fissano in noi. Nell’opera Il fissarsi della credenza (1877), Peirce risponde a questa domanda presentando quattro modalità in cui le credenze si fissano nella mente:

  • a priori: sono le credenze fissate in noi dai sistemi metafisici dogmatici.
  • La tenacia: sono credenze che non vogliamo abbandonare, perché farlo ci destabilizzerebbe eccessivamente.
  • L’autorità: credenze che ci sono state imposte con coercizione.
  • Il metodo scientifico: rispetto alle prime tre modalità, il metodo scientifico origina credenze che sono per loro stessa natura rivedibili alla luce di nuove prove. Ecco perché, proprio per questo continuo accertamento e per questa continua revisione, le credenze di origine scientifica sono più affidabili e valide.

 

Il ragionamento scientifico: deduzione, induzione e abduzione

Nell’opera Deduzione, induzione e ipotesi (1878), Pierce si occupa del ragionamento nel contesto del metodo scientifico. Questo argomento è particolarmente interessante in quanto, per quanto appena affermato, sono le credenze nate dal metodo scientifico ad essere le più valide.

Nell’opera Peirce distingue tre principali forma di inferenza:

  • la deduzione;
  • l’induzione;
  • l’abduzione (abduction).

 

Soffermiamoci sull’abduzione. Il termine compare già in Aristotele (apagoge, ἀπαγωγή), dove indica un sillogismo in cui la premessa maggiore è certa, la premessa minore è dubbia, mentre la conclusione è probabile. Peirce riprende il termine e fornisce il seguente esempio. Supponiamo di trovarci in un magazzino e trovare diversi fagioli bianchi e vari sacchi di fagioli. Tra questi sacchi, solo uno contiene fagioli bianchi. Formulo dunque l’ipotesi che i fagioli bianchi provengano da quel sacco.  È ovviamente chiaro che la mia ipotesi possa esser smentita. Tuttavia, secondo Peirce, l’abudzione è la principale forma di ragionamento alla base della formulazione di ipotesi nel metodo scientifico. Gli scienziati, dopo aver osservato una serie di fenomeni, formulano un’ipotesi che possa spiegarli, e quell’ipotesi viene considerata vera sino a che non viene confutata da un controesempio.

Pragmatismo: il pensiero di William James -1842-1910

Biografia e opere

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Opere

Il pragmatismo e la fede

Nell’opera Pragmatismo (1907), James afferma che la filosofia pragmatista deve rinunciare a qualsiasi sistema astratto, chiuso o a priori. Essa deve rinunciare pure all’idea che possa esservi una verità assoluta raggiungibile. La verità, come affermato nell’opera Il significato della verità (1909), è tale in quanto utile all’intelletto. La concezione della verità del filosofo è pertanto strumentale, operativa rispetto all’intelletto umano.

James non è tanto interessato al rapporto tra segni e oggetti, o del rapporto tra verità e idee. Egli si sposta infatti sul versante etico-religioso, concentrandosi in particolar modo sull’argomento della fede religiosa, affrontato nel saggio La volontà di credere (1887). Ora, distaccandosi da un empirismo radicale a cui pure inizialmente sembrava essersi ispirato, James parla della fede religiosa come di un atto della volontà. L’esistenza di Dio non può esser dimostrata empiricamente. Tuttavia, molti uomini scelgono di credere in essa. Come mai? Per ragioni pragmatico-utilitaristiche. Secondo James, la vita del credente presenta aspetti maggiormente positivi di chi, non credente, ha una concezione pessimista del mondo. Il credente, avendo fede in Dio, assume un atteggiamento più ragionevole dell’ateo, perché la sua fede lo conduce a vivere una vita migliore. In questa concezione si manifesta chiaramente l’approccio utilitaristico che influenza il pragmatismo di James.

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