Il pensiero di Johann Fichte – 1762-1814

Fichte Cover

In questo articolo trattiamo il pensiero di Johan Gottlieb Fichte, pensatore tedesco, iniziatore della corrente idealistica.

Biografia e Opere

Biografia

Opere

Il rapporto con Kant e la questione del noumeno

Gli idealismi e l’idealismo assoluto

La dottrina della scienza di Fichte

Rimanendo nel contesto della riflessione kantiana, possiamo definire l’Io penso come il centro gnoseologico dell’attività del soggetto conoscente. Esso coordina e integra tra loro intuizioni sensibili e concetti puri dell’intelletto, e lo fa in maniera spontanea. Il mondo preesiste logicamente a questa attività, poiché, nella concezione kantiana, l’esistenza del mondo non dipende dalle cognizioni umane. Rimane del resto sempre un limite che è la cosa in sé.

Fichte affermò invece che l’Io non solo era il principio formale del conoscere, ma anche materiale. In alti termini, l’Io non solo conosce il mondo, ma lo crea anche. Dunque l’Io non è finito, ma infinito e libero.

L’Io o autocoscienza

Il concetto di Io è presentato da Fichte in diversi luoghi. Tuttavia, l’opera  dove il filosofo presenta più chiaramente questa nozione è la Seconda introduzione alla dottrina della Scienza. Il pensatore chiarisce il concetto in due momenti:

  • in primo luogo affermando che ogni cosa è/si dà/è-per-noi solo e soltanto davanti alla coscienza;
  • la coscienza inoltre è tale perché si dà nell’autocoscienza.

Dunque, in sintesi, la coscienza è la precondizione dell’essere, mentre l’autocoscienza è il fondamento della coscienza.

La deduzione metafisica o assoluta

I tre principi della dottrina della scienza

Elenchiamo di seguito e spieghiamo i tre principi della dottrina della scienza:

  • Il primo principio afferma che L’Io pone se stesso, in quanto esso, per Fichte, è un’attività autocreatrice e infinita.
  • In base al secondo principio, L’Io pone il non-io, l’Io pone qualcosa di altro da sé. Questo qualcos’altro (non-IO) è il mondo, la natura, l’essere le per la coscienza. Non bisogna tuttavia dimenticare che è pure posto dall’Io, quindi non è estraneo all’Io. Qui Fichte sta affermando che affinché si dia una qualche coscienza, vi deve essere qualcosa di estraneo ad essa.
  • Il terzo principio invece afferma che L’Io oppone nell’Io all’io divisibile un non-io divisibile. Iniziamo col dire che divisibile per Fichte è sinonimo di molteplice. Al di là della formulazione, non particolarmente amichevole, qui Fichte intende che sostanzialmente che l’Io si trova limitato dal ciò che esso stesso ha posto e dalle altre individualità. Nel mondo vi sono molteplici Io finiti (limitati dal non-Io) che hanno a che fare con molteplici oggetti/fenomeni che sono il non-Io.

 

La differenza tra dogmatismo e idealismo secondo Fichte

La morale

La missione del dotto

Nell’opera Sistema della dottrina morale, Fichte afferma che il dovere morale dell’uomo, che non è solo, ma che vive con gli altri uomini:

L’uomo ha la sua missione di vivere in società; egli deve vivere in società; se vive isolato, non è un uomo intero e completo, anzi contraddice se stesso.

Il fine supremo ed ultimo della società è la completa unità e l’intimo consentimento di tutti i suoi membri.

Tra gli uomini una condizione particolare è quella del dotto, ovvero quell’individuo che è la maggiore consapevolezza teorica. Nell’opera Lezioni sulla missione del dotto, il filosofo afferma che il dotto deve essere una figura pubblica, poiché la sua condizione lo porta a rivestire un fondamentale ruolo sociale. La sua missione è  quella di diventare maestro e guida  del genere umano, per condurre gli altri uomini ad un perfezionamento morale sempre maggiore (mai conclusivo) della propria condizione.

La missione civilizzatrice della Germania

Tra il 1807 e il 1808 la Prussia fu sconfitta nella battaglia di Jena da Napoleone, che la occupò militarmente. Fichte vede in quegli eventi l’occasione per esprimere il proprio pensiero in un’opera celebre, i Discorsi alla nazione tedesca, uno scritto pedagogico, ma anche fortemente nazionalista.

Lascia un commento