Napoleone Bonaparte e l’Età Napoleonica (1799-1815)

Napoleone Cover

In questo articolo trattiamo la figura storica di Napoleone Bonaparte e l’Età Napoleonica che segna la nascita e la caduta del il Primo Impero francese (1804-1815).

È utile ed opportuno leggere l’articolo di legame, in cui si descrive il passaggio dal governo del Direttorio al governo dei tre consoli, articolo nel quale sono trattate anche la prima campagna d’Italia e la spedizione in Egitto. Lo puoi trovare qui.

Dal consolato al consolato a vita

Nel dicembre 1799 fu approvata la Costituzione dell’anno VIII, che affidò al Napoleone il ruolo di Primo Console. Molti poteri si accentravano nelle mani di Bonaparte e le assemblee ancillari, come il Tribunato, il Senato e il Corpo Legislativo, come pure gli intendenti, i sindaci e i prefetti erano espressione della volontà del Primo Console. In altri termini, la Costituzione dell’anno VIII, pur conservando nominalmente l’ordinamento repubblicano per la Francia, presentava già dei marcati tratti monarchici.

La riforma dell’istruzione: licei e politecnici

Il periodo che va dall’inizio dell’Ottocento e al 1804 è di fatto un periodo in cui Bonaparte si dedica al riordino dello Stato francese nella direzione dell’accentramento. Uno dei primi settori interessati dalle riforme napoleoniche fu l’istruzione e, in particolare, l’istruzione secondaria. Il Primo Console la riordinò istituendo:

  • i licei, dove veniva impartita un’istruzione base di indirizzo classico;
  • i politecnici, poli di istruzione professionale avanzata per la formazione di funzionari statali. I politecnici avevano una durata di due anni.

 

Lo scopo di questa riforma scolastica era quella di fornire amministratori e funzionari competenti. Tali istituzioni scolastiche non erano tuttavia pubbliche: l’esosa retta permetteva l’accesso a essa solo all’alta borghesia.

Il Concordato con la Chiesa (1801)

Napoleone strinse un accordo con la chiesa, in modo da sanare quella frattura che si era originata tra la Francia e il clero durante la Rivoluzione. In base al Concordato, si riconosceva al cattolicesimo il ruolo di religione maggioritaria dei francesi, pur non diventando al religione ufficiale. Il Concordato sancisce altresì il primato del potere civile, dato che la nomina di vescovi e parroci, come pure la ricezione di qualsiasi atto papale doveva passare per il governo.

Il Codice Civile di Napoleone (1804)

Si potrebbe sostenere – e a ragione – che il più importante lascito dell’Età Napoleonica non sia di carattere geopolitico, bensì di carattere giuridico. Ciò è dovuto alla promulgazione del Codice Civile (21 marzo 1804), un fondamentale testo giuridico espressione di un approccio liberale e allo stesso tempo autoritario.

Tra le più importanti caratteristiche del Codice Civile napoleonico vi  furono:

  • l’uguaglianza formale dei cittadini davanti alla legge;
  • una concezione profondamente patriarcale della famiglia;
  • l‘importanza data al diritto di proprietà;
  • il linguaggio imperativo e improntato all’economia.

 

Il Codice era inoltre contraddistinto da non eterointegrabilità, ovvero non poteva essere integrato da fonti normative diverse, e da esclusività, abrogando qualsiasi altra legge o norma altra o non prevista da esso.

 

 FOCUS – L’aspetto patriarcale del Codice Civile napoleonico

 Riportiamo in elenco alcuni tra gli articoli del Codice Civile relativi alla famiglia che mostrano in modo evidente il carattere patriarcale della sua impostazione:

Art. 213 – Il marito è in dovere di proteggere la moglie, e la moglie di obbedire al marito;

Art. 214 – La moglie è obbligata ad abitar col marito, ed a seguirlo ovunque egli crede opportuno di stabilire la sua residenza […]

Art. 217 – La donna […] non può donare, alienare, ipotecare, acquistare a titolo gratuito od oneroso, senza che il marito concorra all’atto o presti il suo consenso in iscritto […]

Art. 229 – Potrà il marito domandare il divorzio per causa d’adulterio della moglie.

Art. 230 – Potrà la moglie domandare il divorzio per causa d’adulterio del marito, allorché egli avrà tenuta la sua concubina nella casa comune.

La Seconda Coalizione e il consolato a vita

Mentre Napoleone accentrava e riorganizzava l’amministrazione francese, la Francia era impegnata all’estero nel conflitto contro la Seconda Coalizione. Il Primo Console ebbe partita facile nello sconfiggere i nemici della Francia. Già nel 1800 aveva conseguito un’importante vittoria contro gli Austriaci a Marengo, ricostituendo così la Repubblica Cisalpina. Si giunse così alla Pace di Lunéville nel febbraio del 1801. Questa pace ristabiliva in sostanza quanto già decretato dal Trattato di Campoformio del 1797, durante la Prima Campagna d’Italia. Ad essa seguì poi la firma del Trattato di Amiens nel marzo del 1802, che decretava la pace tra Francia e Russia e Regno di Napoli.

Forte del prestigio ottenuto sia in politica interna che in politica estera, Napoleone si fece nominare Primo console a vita tramite un plebiscito.

Plebiscito
Il termine deriva dal latino plebs, -is (plebe). Le origini del termine infatti risalgono all’antica Roma, quando il popolo doveva pronunciarsi su una questione su sollecitazione del tribuno della plebe. In senso moderno, la parola plebiscito indica un particolare esercizio di democrazia diretta. Nel plebiscito il popolo si pronuncia su una questione specifica. Sebbene sia molto simile al referendum, storicamente il plebiscito è stato spesso utilizzato come strumento di legittimazione popolare per l’accentramento dei poteri di un aspirante dittatore1.

L’Impero di Napoleone (1804-1815)

L’ascesa al potere di Bonaparte non si arrestò con la vitalizia carica consolare. Anzi, utilizzando come pretesto una congiura filoborbonica mirante a restaurare il vecchio sistema monarchico, il Primo console si fece nominare imperatore, utilizzando sempre la legittimazione tramite plebiscito.
Napoleone fu dunque incoronato da Papa Pio VII nella cattedrale di Notre-Dame il 2 dicembre 1804.

Jacques-Louis David, L'incoronazione di Napoleone, 1805, Museo del Louvre.
Jacques-Louis David, L’incoronazione di Napoleone, 1805, Museo del Louvre.

Video-lezione di sintesi 1

Terza coalizione (1803-1805)

Appena un anno dopo la Pace di Amiens, nel 1803 le potenze europee formarono una Terza Coalizione (formata da Gran Bretagna, Prussia, Austria, Russia, Svezia e Regno di Napoli). La Terza Coalizione, come la precedente, durò appena un biennio. In questo biennio è importante ricordare le due battaglie principali:

  • la battaglia navale di Trafalgar (21 ottobre 1805), nella quale l’ammiraglio Horatio Nelson, che già si era scontrato con Napoleone in Egitto nella battaglia di Abukir (1798), inflisse una dura sconfitta alle truppe francesi2.
  • La battaglia di Austerlitz (2 dicembre 1805), considerata il capolavoro bellico di Napoleone.

 

Questa battaglia sancisce la sconfitta dell’Austria e la fine della Terza Coalizione. Si arrivò quindi alla Pace di Presburgo. In base ad essa l’Austria doveva cedere alla Francia i territori tedeschi e italiani.

Quarta Coalizione e la Pace di Tilsit (1806-1807)

Anche la Quarta Coalizione ebbe vita breve. Promossa dalla Prussia, ad essa aderirono Russia ed Inghilterra. La Quarta Coalizione fu sconfitta

Il blocco continentale (1806)

Se fino alla Pace di Tilsit Napoleone sembra essere destinato a diventare il dominatore incontrastato dell’Europa continentale, la decisione di attuare un blocco navale per danneggiare l’Inghilterra può segnare il timido inizio del declino della potenza francese.

L’imperatore aveva compreso, almeno dalla spedizione in Egitto, che era impossibile affrontare l’Inghilterra sul mare, né tanto meno invaderla sul suo territorio. Bisognava pertanto danneggiare indirettamente gli Inglesi tarpando le ali al loro commercio. Proprio per questo Bonaparte emanò il Decreto di Berlino, con il quale si intimava a tutti gli Stati sotto il controllo francese, di non commerciare con l’Inghilterra, istituendo così un blocco continentale.

L’idea di isolare commercialmente l’Inghilterra fu tuttavia fallimentare. Sin dalla seconda metà del Settecento, cioè dalla prima Rivoluzione industriale, la lo Stato inglese era uno dei partner commerciali più desiderabili per le potenze europee. Dall’Inghilterra arrivavano beni come cotone, tabacco, caffè di ottima qualità e a prezzi competitivi, oltre a tutta una serie di materie prime. La stessa Francia fu danneggiata da tale blocco che, a ben vedere, funzionò parzialmente. Fu infatti sistematicamente disatteso e il contrabbando di merci conobbe un’importante fioritura.

Portogallo, Spagna e Quinta Coalizione

Come si è affermato, il blocco continentale fu di difficilissima attuazione. Napoleone, conscio di ciò, decise allora di invadere e conquistare il Portogallo (1807), importante partner commerciale della Gran Bretagna, e la Spagna. La conquista di quest’ultimo Stato fu tuttavia molto difficoltosa. Gli spagnoli, supportati dalle truppe inglesi di Lord Wellington3, opposero una strenua resistenza che ritardò la conquista francese sino al 1808, mai definitiva tuttavia.

Riprendendo una dinamica oramai rodata, le potenze europee costituirono una Quinta Coalizione nel 1809. Napoleone ebbe ragione anche di essa, sconfiggendo pesantemente gli Austriaci. Arriviamo così alla pace di Schönbrunn dello stesso anno.

La Campagna di Russia (giugno-ottobre 1812)

Se il blocco navale del 1806 rappresenta il primo passo verso la disfatta di Napoleone, una tremenda accelerazione a questo processo è stata data dalla Campagna di Russia. L’Imperatore di Francia decise infatti di invadere la Russia in conseguenza della violazione del blocco navale da parte dello zar Alessandro I. Oltre a violare il blocco, lo zar impose anche dei pesanti dazi sulle merci importate dalla Francia, danneggiando così l’economia francese.

Napoleone si mise alla testa di una forza di invasione di circa 650000 uomini4, in parte soldati francesi, in parte soldati arruolati dai regni sottomessi. L’invasione incominciò nel giugno del 1812, per approfittare della stagione mite. Le truppe napoleoniche raggiunsero in tre mesi Mosca, ma di fatto non avvenne alcuna conquista. L’esercito russo infatti attuò la tattica della terra bruciata: mentre le truppe dell’Imperatore avanzavano, quelle russe si ritiravano, distruggendo ogni fonte di approvvigionamento o riparo. Napoleone si trovò a conquistare una Mosca ridotta oramai ad una città deserta.

Gli stenti, il freddo, le continue azioni di guerriglia dei russi contro le truppe d’invasione, logorarono l’esercito napoleonico. L’Imperatore fu pertanto costretto a dichiarare la ritirata nell’ottobre dello stesso anno. Neanche la ritirata fu facile: è sufficiente considerare che poco meno di 20000 uomini sugli iniziali 650000 fecero ritorno in Francia.

L’invasione e la ritirata durante la campagna russa sono efficacemente rappresentate dalla mappa di Minard5.

La mappa di Minard rappresenta magistralmente il disastro della campagna russa di Napoleone
La mappa di Minard rappresenta magistralmente il disastro della campagna russa di Napoleone

La fine dell’Impero: dai Cento Giorni alla sconfitta di Waterloo (1813-1815)

La disastrosa campagna in Russai aveva minato il mito napoleonico di invincibilità. Gran Bretagna, Russia, Svezia, Prussia e Austria si riuniscono nel 1813 per formare una Sesta Coalizione, che infligge a Napoleone una pesante sconfitta a Lipsia. Bonaparte abdica e viene esiliato sull’Isola d’Elba, di cui assumerà il governo, mentre, nel frattempo Luigi XVIII6 è posto di nuovo sul trono francese.

Si apre così la stagione della Restaurazione il cui simbolo è il Congresso di Vienna (1 novembre 1814  – 9 giugno 1815). Bonaparte, tuttavia, ha ancora in sorte un ultimo tentativo di ristabilire il suo potere. Riesce infatti a fuggire dall’Isola d’Elba e torna in Francia, dove grazie all’immensa popolarità di cui godeva, riuscì ad instaurare un governo, il famoso governo dei Cento Giorni (marzo-giugno 1815). Le potenze europee organizzarono pertanto una Settima ed ultima Coalizione, infliggendo la sconfitta definitiva al generale francese a Waterloo (18 giugno 1815).

Napoleone fu pertanto nuovamente esiliato, ma in una località più remota, l’isola di Sant’Elena, nell’oceano Atlantico, molto a largo delle coste occidentali dell’Africa. Lì Bonaparte morì sei anni dopo, il 5 maggio 1921.

Video-lezione di sintesi 2

Timeline interattiva dell’Età Napoleonica

Se vuoi visualizzare la timeline a schermo intero clicca qui.

Geomappa interattiva dell’Età Napoleonica

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