Da Bonifacio VIII al concilio di Costanza – 1294-1417

Bonifacio VIII cover

In questo articolo trattiamo il periodo storico che va dal pontificato di Bonifacio VIII alla ricomposizione dello Scisma d’Occidente.

La Chiesa e il potere temporale

Come abbiamo visto, il pontificato di Innocenzo III (1198-1216) si caratterizzò per una significativa spinta teocratica. Il pontefice era riuscito a riprendere il controllo di Marche e Romagna. Nel frattempo tuttavia, nel settentrione e nel centro d’Italia l’esperienza di autogoverno comuni (tra cui la stessa Roma) non permettevano al pontefice un effettivo e costante controllo.

La soluzione dei successori di Innocenzo III fu quella di potenziare l’organismo amministrativo della Chiesa, ovvero la Curia. Il compito delle Curia era quello di controllare le finanze e la documentazione. Moltissime figure vi lavoravano. La Curia era poi anche il teatro dei giochi di potere tra i potentissimi cardinali, gerarchicamente inferiori solo al papa. Durante il Duecento, anche grazie a ingenti debiti che la Chiesa contraeva con i banchieri e mercanti, per lo più toscani, la Curia era diventata sfarzosissima. Si vennero così a creare le basi per proteste di stampo pauperistico e istanze di riforma della Chiesa, per portarla più vicina all’originale messaggio evangelico.

Nel 1294 fu eletto pontefice Celestino V. Celestino V, al secolo Pietro da Morone, non proveniva dagli sfarzosi ambienti della curia. Egli era anzi un’eremita. La sua elezione diede speranza a chi si augurava un cambiamento nella Chiesa. Speranza che fu disattesa: Celestino V, anche su pressione di tutta la Curia, si dimise1.

Bonifacio VIII e il Giubileo – 1294-1300

Lo stesso anno diventò pontefice il cardinale Benedetto Caetani, originario di Anagni, che prese il nome di Bonifacio VIII. Bonifacio VIII era uno strenuo difensore del primato del potere spirituale su quello temporale. Poco dedito all’austerità, dalla sua posizione esercitò un nepotismo sfrenato. La famiglia Caetani divenne potentissima, anche ai danni di altre famiglie importanti.

Il primo provvedimento importante preso da Caetani fu indire il Giubileo nel 1300, Anno Santo. Chi si fosse recato a Roma in pellegrinaggio e si fosse confessato avrebbe ottenuto così l’indulgenza plenaria. Immaginiamo quindi una quantità immensa di pellegrini da tutta l’Europa cristiana che si riversarono a Roma e, con essi, significative quantità di denaro che la Chiesa ottenne sotto forma di offerte. Il Giubileo, dal punto di vista dell’affermazione del potere papale ebbe quindi due scopi:

  • Mostrare ai sovrani d’Europa che il papa aveva il potere di smuovere immense masse, dato che egli solo poteva salvare le anime.
  • Arricchire significativamente la Chiesa.

Il conflitto tra Bonifacio VIII e Filippo il Bello – 1296-1303

Lo scontro con il potere temporale non tarda ad arrivare. Tra XII e XIII secolo le monarchia nazionali come l’Inghilterra e la Francia, si sono rafforzate e cercando di limitare l’ingerenza e il potere della Chiesa.  Lo scontro avvenne tra Bonifacio VIII e Filippo IV il Bello (1285-1314), nipote di Luigi IX il Santo.

Nel 1296 Filippo IV impose al clero il pagamento delle tasse. A quest’imposizione Bonifacio VIII rispose con la bolla Clericis laicos, in cui ovviamente si opponeva alla decisione del re francese. Questi, a sua volta, emanò un’ordinanza che vietava l’uscita dai confini del regno di oro e argento. In questo modo le ricchezze provenienti dalle decime francesi non potevano arrivare a Roma.

Lo scontro si riaccese pochi anni dopo, nel 1301, quando Filippo il Bello intese processare un vescovo nei tribunali regi. Di norma il vescovo avrebbe dovuto invece essere processato nei tribunali ecclesiastici. Bonifacio VIII rispose molto duramente in due mosse: convocò un concilio per scomunicare il sovrano e, nel 1302, con la bolla Unam Sanctam, ribadì la superiorità del potere spirituale.

Anche Filippo IV riunì un’assemblea, quella degli Stati Generali2, composti da nobili, clero e ceti cittadini. Forte dell’appoggio di questa assemblea, il re organizzò una vera e propria spedizione armata. Questa spedizione raggiunse il papa ad Anagni per arrestarlo. L’arresto non ebbe luogo poiché Bonifacio VIII era protetto dai suoi concittadini, tuttavia, l’evento fu segnato dal cosiddetto schiaffo di Anagni. Sciarra Colonna, esponente della famiglia Colonna, gravemente danneggiata dal nepotismo papale, schiaffeggiò il papa. Non era mai successo prima che qualcuno avesse osato alzare la mano contro il pontefice. Bonifacio VIII, pur avendo evitato l’arresto, sarebbe rimasto profondamente colpito da quell’umiliante episodio. Morì poco dopo, nel 1303.

La cattività avignonese – 1309-1377

Morto Bonifacio VIII, Filippo IV riuscì ad imporre come papa un esponente del clero di sua fiducia, il vescovo di Bordeaux, che divenne Clemente V. Questi, su pressione del re, fece spostare la sede papale da Roma ad Avignone. Inizia così il periodo noto come cattività avignonese (1309-1377). periodo nel quale tutti i papi e la grande maggioranza della Curia furono francesi.

La cattività avignonese rappresento per la Curia un momento di profonda riorganizzazione e strutturazione. Essa si divise nei seguenti uffici:

  • Sacra rota, il tribunale civile;
  • Sacra penitenziaria, il tribunale religioso;
  • Camera Apostolica: si occupava della gestione finanziaria e delle missive;
  • Cancelleria Apostolica: gestiva il patrimonio e i benefici;
  • Dataria: esaminava le suppliche e concedeva la grazia.

 

Tutta questa riorganizzazione costava alla Chiesa immense quantità di denaro. Iniziò così l’indecorosa pratica della vendita della indulgenze, a cui si opposero predicatori come John Wyclif in Inghilterra e Jan Hus in Boemia.

Scisma d’Occidente e sua ricomposizione – 1377-1417

Solo nel 1377, per decisione di papa Gregorio XI, la Curia fu riportata a Roma. Questa decisione non fu priva di conseguenze. Anzi, essa causò un vero e proprio scisma, lo Scisma d’Occidente. Molti poteri infatti si opponevano al ritorno della Curia nella Città Eterna. Si arrivò alla nomina di un antipapa francese, Clemente VII e, per circa quattro decenni in Europa, oltre ai papi si ebbero altrettanti antipapi avignonesi. Nel concilio di Pisa del 1409, nel quale si decise di destituire papa ed antipapa, per nominare un nuovo pontefice, Alessandro V. Papa ed antipapa non accettarono di essere destituiti cosicché il 1409 fu l’anno in cui si ebbero tre papi.

Lo scisma si sarebbe ricomposto soltanto con il Concilio di Costanza del 1414.  Dopo tre anni di lavori, finalmente si impose un unico papa, Martino V, della famiglia Colonna, e i restanti furono definitivamente destituiti. La Curia tornò a Roma.

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