La teocrazia di Innocenzo III – 1198-1216

Innocenzo III cover

In questo articolo trattiamo la figura di Innocenzo III, pontefice tra il 1198 e il 1216 e il rafforzamento del potere dello Stato della Chiesa. Questa lezione è strettamente legata a quella su Federico I Barbarossa e Federico II di Svevia.

Un impero cristiano universale

Parlando dell’opera di Innocenzo III non si può che pensare  ad un’ennesima ambizione di un potere – in questo caso spirituale – all’universalismo. Il pontefice, infatti, cercò – e in qualche misura riuscì – a far prevalere il potere spirituale su quello temporale. Come era solito affermare:

Il rappresentate di Cristo, il successore di San Pietro, pur essendo meno grande di Dio è più grande dell’uomo. Noi siamo stati messi da Dio al di sopra dei popoli e dei regni. Nulla di ciò che nel mondo accade deve sfuggire alle cure e al controllo del Sovrano Pontefice. Dio, creatore del mondo, ha collocato nel cielo due grandi astri per illuminarlo: il Sole per il giorno, la Luna per la notte. […] Ma la prima autorità1 è assai superiore alla seconda2. Come la Luna riceve la sua luce dal Sole […] così il potere imperiale riceve tutto il suo splendore e il suo prestigio dal potere papale.

Innocenzo III si collocava nel solco ierocratico di Gregorio VII, il cui simbolo è il Dictatus Papae (1075), in cui è chiara l’affermazione della superiorità del papa sull’imperatore. Nel brano riportato sopra Innocenzo III definisce la plenitudo potestatis.

La politica interna e la politica di supremazia sui sovrani

In quest’ottica, Innocenzo si impegnò a riorganizzare lo Stato della Chiesa, sopratutto cercando di schiacciare quelle autonomie locali che si erano andate sviluppando nella fascia dell’Italia centro-settentrionale (Marche, Umbria e Toscana).

Particolari energie ed attenzioni furono rivolte all’Italia meridionale, più specificamente in Sicilia. Innocenzo temeva che lo Stato pontificio potesse essere circondato dai possedimenti imperiali a nord e a Sud. L’idea del pontefice era quella di divide l’impero germanico. Nel Meridione egli appoggiò, anche con le armi, Enrico VI, nella sua lotta contro i baroni tedeschi, costringendoli ad accettare come loro re Federico II di Svevia, giovanissimo figlio di Enrico. Federico, del resto, era stato affidato allo stesso Innocenzo alla madre Costanza d’Altavilla sin dal 1198. Il papa era convinto di poter educare Federico ad essere uno strenuo difensore del cristianesimo.

In Germania invece, Innocenzo sostenne Ottone VI di Brunswick, che di fatto era nemico della casata sveva. Così nel 1209 Ottone IV ottenne il titolo imperiale e Innocenzo ottenne ulteriori territori per lo Stato pontificio.

La quarta crociata – 1202-1204

Innocenzo III fu anche il promotore della quarta crociata (1202-1204), il cui obiettivo fu, almeno inizialmente, la solita conquista di Gerusalemme. Tuttavia la spedizione, costituita in buona parte da cavalieri e finanziata dai veneziani, non arrivò mai in Terra Santa. Si fermò nell’Impero Bizantino, dove i crociati compirono orribili nefandezze e crudeltà verso gli ortodossi. Lo scisma di 1054 aveva fatto degli ortodossi degli eretici, e dunque a loro poteva essere indirizzata una crociata. La quarta crociata si conclude con l’assedio e la cattura di Costantinopoli. Viene così istituito un Impero Latino d’Oriente, che durerà sino al 1230, quando il generale bizantino Michele Paleologo (Michele VIII) riprende Costantinopoli.

La quarta crociata
La quarta crociata e i possedimenti della Repubblica di Venezia nel 1204 – Fonte: qui.

La crociata contro i catari – 1209-1229

Le battaglie contro l’eterodossia impegnano Innocenzo III contro le eresie che andavano diffondendosi in Italia settentrionale, in Francia e in Germania. Particolarmente importante era all’epoca l’eresia dei catari3. Secondo i catari, la realtà è il teatro della continua lotta tra due principi4. Per far trionfare il bene, bisogna praticare una forma di ascetismo molto spinto, contraddistinto dalla mortificazione dei bisogni fisici, e pertanto da una purificazione. Accanto ai catari bisogna registrare anche la presenza dei valdesi, un movimento cristiano pauperistico ispirato dal predicatore laico Valdo da Lione. Il movimento confluirà poi nel calvinismo a seguito della Riforma protestante del XVI secolo.

La crociata contro il movimento cataro, che aveva a Tolosa e ad Albi5 le sue roccaforti, venne promossa da Innocenzo III perché i catari avevano dato vita ad una sorta di chiesa nella chiesa, istituendo propri vescovati. Questa crociata, che fu la prima di cristiani contro i cristiani, fu cruentissima e godette dell’appoggio del re di Francia Filippo Augusto. Quest’ultimo si servì della crociata albigese per rafforzare il suo dominio sui territori meridionali.

Il Concilio ecumenico lateranense IV del 1215 e l’Inquisizione

Il pugno di ferro nella lotta contro le eresie fu ribadito nel Concilio ecumenico lateranense IV del 1215, nel quale si istituiscono delle commissioni atte a scoprire, giudicare e punire movimenti ereticali. Questa repressione fu condotta con mezzi sempre più duri: nel 1252 papa Innocenzo IV, attraverso la bolla Ad extirpanda, autorizzò l’uso della tortura per ottenere confessioni di colpevolezza e i nomi di altri eretici. In genere i recidivi con la pena capitale attraverso il rogo. Non bisogna confondere questa forma di Inquisizione, che chiameremo medievale, con l’Inquisizione spagnola del 1478 istituita da papa Sisto IV su richiesta dei sovrani spagnoli e quella portoghese del 1536 di Paolo III richiesta dal monarca Giovanni III. Queste ultime forme di Inquisizione si estesero nei possedimenti coloniali di Spagna e Portogallo.

Ordini mendicanti: domenicani e francescani

La storia della Chiesa del XIII secolo si caratterizza non solo per la violenta lotta all’eresia, ma anche per la nascita di due importanti ordini mendicanti:

  • Il primo è quello dei domenicani, fondato dal sacerdote castigliano Domenico di Guzmán (1170-1221), che pure si rivolgeva agli eretici, ma cercando di convertirli. La sua era dunque un’opera di evangelizzazione itinerante, almeno sino al 1213, quando l’ordine ottenne l’approvazione vescovile prima, e poi nel 1216, quella papale da parte di Onorio III, successore al soglio di Innocenzo III. Da Tolosa, l’ordine domenicano, votato al pauperismo, si diffonde in tutta l’Europa. Spesso di Domenicani, nonostante l’origine pacifica e dialogante con l’eterodossia, diventarono agenti dell’Inquisizione.
  • Il secondo è quello dei francescani, fondato da Francesco d’Assisi (1182-1226), un monaco benedettino proveniente da una famiglia di ricchi mercanti. Francesco d’Assisi aveva rinunciato alle sue ricchezze per scegliere una vita di povertà e castità. Raccolse quindi un certo seguito e, pur essendo il suo movimento molto vicino al pauperismo dei Valdesi, mai si schierò contro la Chiesa, alla quale si sottomette giurando obbedienza. Proprio per questo Onorio III riconosce l’ordine francescano nel 1223.

 

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