Carlo Magno e l’Impero carolingio- 768-888

Carlo Magno Cover

In questo articolo trattiamo la figura di Carlo Magno (742-814 d.C.), re dei Franchi e dei Longobardi, nonché primo imperatore del Sacro Romani Impero Germanico.

Le campagne militari

La campagna contro i longobardi – 772-774

Dopo la sconfitta dei Longobardi da parte di Pipino nel 756, non erano seguiti ulteriori conflitti tra il popolo longobardo e quello franco. Lo stesso Desiderio, figlio di Astolfo, voleva conservare la situazione venutasi a creare. I Franchi, dal canto loro, reputavano il Regno dei Longobardi come inoffensivo. Lo stesso Carlo Magno, per rinforzare la pace, aveva sposato Ermengarda, la figlia di Desiderio. nel 7701 per rinforzare il legame con l’alleato.

La situazione pacifica cambiò nel momento in cui al pontefice Stefano III succedette Adriano I (772). Il nuovo papa mal sopportava la presenza longobarda in Italia e a questo dobbiamo va aggiunto che nel frattempo i rapporti tra Carlo e Desiderio si erano rovinati.

Proprio Desiderio, preso atto dell’antagonismo del pontefice, raccolse un esercito e occupò i territori della Pentapoli e dell’Esarcato. A Carlo Magno non rimase che intervenire a favore della Chiesa. Divise il suo esercito in due rami – uno guidato da egli stesso, l’altro guidato dallo zio Bernardo – e distrusse facilmente l’esercito longobardo.

I pochi superstiti si rifugiarono nella capitale longobarda, Pavia, che fu stretta in assedio dalle truppe franche. Nel 774 Desiderio si arrese e nel luglio dello stesso anno Carlo poté rivendicare per sé la corona longobarda.

I capitolari e il Regno d’Italia

Sebbene Carlo non sconvolse gli equilibri di potere interni al regno longobardo, si trovò ad affrontare una rivolta dei duchi, capeggiata da duca del Friuli Rotgaudo. La rivolta fu presto sedata, ma Carlo  decise di adottare una nuova legislazione dedicata ai popoli italici.

Questa legislazione fu emanata sotto forma di un capitolare.

Capitolare
Il capitolare è una legge o un’ordinanza emanata dai re o dagli imperatori franchi e i loro successori. Il termine deriva dal latino capitulare (diviso in capitoli o paragrafi). I capitolari erano il principale strumento di governo utilizzato dai re carolingi e regolavano moltissime questioni, dalla vita pubblica, sia laica che ecclesiastica, all’agricoltura, dalla politica economica, alle scuole, ecc.

In base a questo capitolare, il regno longobardo fu affidato nel 781 al figlio di Carlomanno, ribattezzato poi Pipino, all’epoca solo un bambino. La classe nobiliare longobarda fu gradualmente sostituita da quella franca e nel 796 Pipino fu, in grado di governare il regno che divenne prospero e potente.

Solo con la morte di Pipino nell’810 Carlo Magno riprese le redini del Regno, che i cronisti dell’epoca chiamavano Regno d’Italia.

La guerra contro i Sassoni – 782-797

Se i Longobardi, ancor prima della guerra, non rappresentavano più una minaccia, il popolo dei Sassoni lo fu almeno sino alla fine dell’VIII secolo. Sebbene fossero già stati sconfitti da Pipino il Breve li obbligò a pesanti tributi, il popolo germanico continuava a razziare gli insediamenti Franchi.

Il culmine della minaccia fu rappresentata quando il principe sassone Witichindo, riunendo tutte le tribù, inflisse ai Franchi una terribile sconfitta sul Massiccio di Süntel (782). La reazione di Carlo Magno fu feroce e brutale. Il re franco costituì un grande esercito con cui mise a ferro e fuoco la Sassonia. Con il primo Capitolare sassone (785) impose il culto cristiano e la pena capitale per i Sassoni che avessero offeso la religione cristiana o che non avessero rispettato il digiuno del venerdì.

Nonostante la caparbia e terribile repressione carolingia, i Sassoni non furono mai veramente piegati. Nel 793 insorsero di nuovo e Carlo Magno emanò un secondo Capitolare sassone (797). In seguito a questo provvedimento, il re franco avviò poi una vasta campagna di evangelizzazione con la quale i Sassoni furono finalmente convertiti al cristianesimo.

La campagna contro gli Arabi

Come sappiamo, tra i secoli VI e XIII nacque e si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo l’Islam. Nella fasi successive dell’espansione dell’Islam, gli Arabi arrivarono a conquistare quasi tutta la Penisola Iberica, arrivando a minacciare la Provenza, dalla quale furono ricacciati da Carlo Martello nella battaglia di Poitiers del 732.  Carlo Magno volle approfittare di una divisione interna tra l’emiro di Cordova e alcuni nobili saraceni per penetrare in Spagna e conquistarne una buona parte, ricacciando al contempo gli islamici.

L’impresa tuttavia non riuscì, anche perché nel frattempo i Sassoni erano ricomparsi minacciosamente nella valle del Reno e una parte delle forze di Carlo si staccò per sedare la minaccia nella regione germanica. L’unico territorio che Carlo Magno ottenne fu la Marca di Spagna, diversi anni dopo, nell’810.

La campagna contro gli Àvari – 791-799

A est del regno di Carlo, al confine con la Baviera e più precisamente in Pannonia2, era sorta la minaccia degli Àvari, una popolazione di origine turca, non troppo diversa dagli Unni e organizzata in un khanato3

L’infedele Duca di Baviera, un certo Tassilone, anche spinto dalla moglie longobarda Liutperga, cercò di aizzare gli Àvari contro Carlo. Tuttavia, nel 788 già Carlo Magno aveva riportato la Baviera alla ragione e da lì, nel 791, condusse una campagna molto faticosa, contro gli Àvari, che furono sconfitti solo nel 796. La Pannonia passava così sotto il controllo franco. Gli Àvari si sollevarono qualche anno più tardi nel 799, ma la repressione fu talmente dura che si può parlare di sterminio franco degli Àvari. Il khanato si dissolse, gli Àvari che sopravvissero furono convertiti e le ricchezze di quel regno passarono in mano franca.

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Slide – Carlo Magno – Parte 1 – Le campagne militari

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Nascita e caratteri dell’Impero carolingio

Incoronazione di Carlo Magno – 800

Differenze tra l’Antico Impero Romano e impero carolingio

Organizzazione dell’Impero

La rinascita carolingia

La storia di Carlo Magno non è segnata soltanto da campagne militari e conquiste. Durante il suo impero infatti inizia un processo di ripresa culturale noto come rinascita carolingia.  Sebbene la portata di questa ripresa fu abbastanza limitata, fu comunque importante per la formazione del clero.

Su indicazione del suo consigliere spirituale Alcuino di York, l’imperatore fondò l’Accademia Palatina, finalizzata a formare la classe dirigente dell’impero. La stessa Adomnitio generalis (789) aveva come scopo quello di rafforzare la moralità del clero in modo da uniformare anche la fede. Vediamo alcuni altri provvedimenti della rinascita carolingia:

  • La scolarità fu allargata, in modo che una buona parte del clero fosse in grado di leggere e scrivere. Il programma di istruzione si basava sulle arti del trivio (grammatica, dialettica e retorica) e del quadrivio (aritmetica, musica, astronomia e geometria).
  • Carlo Magno fondò la Schola Palatina, un’accademia dove dibattevano tra loro i principali intellettuali dell’epoca.
  • Uniformò la liturgia in tutto l’impero, fece correggere la Bibbia e introdusse la minuscola carolina, un carattere molto più leggibile.
  • Promosse la produzione amanuense di libri e supportò i monasteri benedettini;
  • Si eresse a custode della fede, condannano eresie e superstizioni. In particolare partecipò al Concilio di Francoforte e promosse quello di Aquisgrana dell’809.

 

Dalla morte di Carlo Magno alla fine dell’Impero

Alla morte di Carlo Magno nell’814, divenne imperatore il figlio Ludovico il Pio. Il Sacro Romano Impero mostrava già alcuni elementi di debolezza, che lo avrebbero poi portato al crollo. Tali elementi erano:

  • Le tendenze autonomistiche e le spinte particolaristiche dei nobili franchi, la cui fedeltà all’imperatore era spesso molto discutibile.
  • La concezione franca del regno, visto come il patrimonio personale del sovrano: alla morte del re, quindi, il regno veniva diviso tra i suoi figli, risultando così frazionato.
  • La fondazione del regno sulla fedeltà delle figure coinvolte: i Franchi non concepivano lo Stato in astratto, cioè indipendentemente dalle figure che lo governano. Morta una figura, finita la rete di relazioni e alleanze di cui essa era l’epicentro, tutto il sistema di potere crollava.

 

Questi elementi si concretizzarono alla morte di Ludovico il Pio, che divise l’impero tra i suoi tre figli, Lotario I, Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico. Dopo un conflitto durato tre anni tra i fratelli, si arrivò al Trattato di Verdun (843). In base a questo trattato si divise l’impero nel seguente modo:

  • Lotario otteneva, oltre che il titolo di Imperatore, la Lotaringia.
  • Carlo il Calvo[footnote]Figlio di Ludovico il Pio e Giuditta di Baviera otteneva il Regno dei Franchi occidentale (grossomodo l’attuale Francia).
  • Ludovico il Germanico otteneva il Regno dei Franchi orientale (grossomodo l’attuale Germania).

 

La divisione dell'impero sancita dal Trattato di Verdun dell'843
La divisione dell’impero sancita dal Trattato di Verdun dell’843 – Fonte: Limes

L’impero carolingio tornò riunito solo per pochi anni, con Carlo il Grosso, figlio di Ludovico il Germanico, dall’884 all’887.

Albero genealogico della dinastica Carolingia

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