Il “coccodrillo perduto” della Catalogna

Ricostruzione dell'ambiene in cui viveva il "coccodrillo perduto".

Dopo oltre trent’anni di silenzio, un antico fossile ritrovato negli anni ’90 nel sito di Fontllonga, in Catalogna, è tornato alla luce grazie a un nuovo studio dell’Institut Català de Paleontologia Miquel Crusafont (ICP-CERCA) e di un team internazionale di paleontologi.
Il risultato è sorprendente: si tratta del più completo coccodriloide del Cretaceo superiore mai scoperto in Europa, risalente a circa 68 milioni di anni fa, poco prima dell’estinzione dei dinosauri.

Un abitante delle isole europee del Cretaceo

All’epoca, l’Europa non era un unico continente ma un arcipelago tropicale. In queste isole, tra fiumi e paludi, vivevano gli allodaposuchidi, parenti antichi dei coccodrilli moderni. Il fossile di Fontllonga, appartenente a uno di questi animali, offre un quadro inedito del loro aspetto e del loro modo di vivere.

L’animale doveva misurare tra 2,5 e 3,5 metri, con un corpo robusto e arti anteriori forti che suggeriscono una buona mobilità anche sulla terraferma, oltre alle capacità acquatiche tipiche dei coccodrilli. Questa combinazione lo rendeva probabilmente un predatore versatile, capace di cacciare sia in acqua sia lungo le rive.

Una corazza “moderna”

Uno degli aspetti più notevoli della scoperta è la straordinaria conservazione della corazza dermica, formata da placche ossee (osteodermi) incastonate nella pelle.
Gli studiosi sono riusciti a ricostruirne l’intera disposizione, scoprendo quattro tipi diversi di osteodermi, dalle grandi piastre dorsali alle placche più piccole e spinose della coda.
La loro struttura somiglia a quella dei coccodrilli odierni, molto più che a quella dei loro parenti preistorici, segno che alcune caratteristiche dei coccodrilli moderni si erano già evolute milioni di anni prima.

Ricostruzione dell'ambiene in cui viveva il "coccodrillo perduto".
Ricostruzione dell’ambiene in cui viveva il “coccodrillo perduto”.

Una nuova visione dell’evoluzione dei coccodrilli

Analizzando le ossa del corpo e del cranio, i ricercatori hanno potuto collocare l’animale – identificato come cf. Allodaposuchus palustris – all’interno del gruppo dei Crocodylia, cioè lo stesso grande ramo evolutivo che comprende i coccodrilli, gli alligatori e i gaviali attuali.
Questo dato è importante perché ribalta alcune ipotesi precedenti, secondo cui gli allodaposuchidi sarebbero stati esterni al gruppo dei coccodrilli moderni. Lo studio mostra invece che già nel Cretaceo europeo erano presenti forme molto evolute, con anatomia simile a quella degli attuali discendenti.

Un rendering dell'Allopodasuchus.
Un rendering dell’Allopodasuchus.

Un fossile salvato dall’oblio

La storia del reperto è quasi romanzesca. Dopo il ritrovamento nel 1990, durante scavi condotti da paleontologi dell’Università di Barcellona, lo scheletro fu preparato solo in parte e poi dimenticato nei depositi museali per decenni.
Solo nel 2022, grazie al paleontologo Bernat Vila dell’ICP e del Museu de la Conca Dellà, il materiale è stato recuperato, restaurato e finalmente studiato in modo approfondito.

Un’eredità scientifica preziosa

Il “coccodrillo perduto” di Fontllonga non è solo un fossile eccezionale: è la dimostrazione di quanto i reperti dimenticati nei magazzini dei musei possano ancora rivoluzionare la nostra conoscenza del passato.
Grazie a questa scoperta, gli scienziati hanno potuto rivedere la storia evolutiva dei Crocodylia e gettare luce su come si sia formata la linea che ha dato origine ai coccodrilli moderni.

Per approfondire:

  • Della Giustina, F., Rocchi, R., & Vila, B. (2025). A new armored crocodyliform from the Upper Cretaceous of Catalonia (Spain): New insight into the evolution of the eusuchian postcranial and dermal skeleton. Cretaceous Research, 176, 106178. https://doi.org/10.1016/j.cretres.2025.106178
  • Wikipedia.

Lascia un commento