Il pensiero di John Stuart Mill -1806-1873

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In questo articolo trattiamo il pensiero di John Stuart Mill, filosofo inglese dell’Ottocento noto per i suoi studi di logica e politica.

Biografia e opere

Biografia

Opere

La logica

Secondo Mill si danno soltanto due tipi di inferenza:

  • l’inferenza deduttiva;
  • l’inferenza induttiva.

 

A ben vedere, l’inferenza deduttiva poggia su quella induttiva. Se ad esempio prendiamo l’oramai classico esempio di sillogismo, ovvero il seguente

PM: Tutti gli uomini sono mortali.

Pm: Socrate è un uomo.

C: Socrate è mortale.

La premessa maggiore, che ha la forma di una proposizione universale, in realtà si basa sull’osservazione di \(\Large{n}\) uomini che sono morti. Quindi, secondo Mill, l’inferenza va solo dal particolare al particolare. Questo non significa che le generalizzazioni o le astrazioni non siano utili. Lo sono in quanto ci permettono di verificare se esse siano effettivamente vere. Asserire “Tutti i cigni sono bianchi” è fare “come se” effettivamente tutti i cigni siano bianchi. Del resto gli uomini, sino ad un certo punto della storia, non avevano altre esperienze oltre il bianco in relazione al colore dei cigni, sino alla scoperta di un cigno nero, che ridefinisce la mia base induttiva. La scienza non può pertanto fare a meno di generalizzare.

Questa tendenza alla generalizzazione poggia su quello che Milla chiama il principio di uniformità della natura1 Questo principio è la nostra convinzione che la natura agisca uniformemente, che certe condizioni iniziali daranno sempre vita agli stessi fenomeni finali, che nella natura non vi sia spazio per comportamenti rapsodici o arbitrari. Tale principio è il frutto di una inferenza induttiva: infatti siamo portati a concepire in modo uniforme la natura perché, nella nostra esperienza, i fenomeni naturali avvengono uniformemente: il Sole sorge a Est e tramonta a Ovest, le cose se lasciate da una certa altezza cadono, le persone dopo un po’ di tempo avranno fame o si stancheranno, i liquidi assumono sempre la forma del loro contenitore ecc.

Morale, economia e politica

Dal punto di vista economico, politico e sociale Mill si schiera dalla parte dell’utilitarismo, come Jeremy Bentham. Questo significa che lo scopo che la felicità deve perseguire è la massima felicità per il maggior numero possibile di individui.

Morale

Secondo Mill non esiste il fatalismo. Più chiaramente, quando il filosofo parla di necessità, egli intende che i comportamenti a certe condizioni sono prevedibili, il che non preclude ad una variazione nella composizione dell’arbitrio. Ad esempio, un uomo affamato, davanti a un frigo pieno prenderà qualcosa da mangiare, ma è una necessità metafisica, è semplicemente prevedibile in condizioni normali. In altre condizioni, potrebbe comunque agire diversamente. L’uomo, inoltre, ha la possibilità di porsi delle finalità, e modificare il suo comportamento in vista di quelle finalità e questa possibilità è per Mill la libertà etica.

Quali sono le scienze che studiano il comportamento umano? Mill ne parla nelle ultime sezioni del Sistema di Logica. Egli afferma che:

  • la psicologia studia le leggi generali dello spirito, ovvero quelle che lo rendono ciò che é;
  • l’etologia invece studia come una certa personalità si sviluppi in relazione ad un certo ambiente.

 

Una branca dell’etologia è la sociologia, che riguarda gli studi etologici su larga scala.

Economia

In una delle sue opere maggiori, i Principi di economia politica, il filosofo inglese distingue tra produzione e distribuzione della ricchezza. La produzione segue leggi invariabili, poiché hanno il carattere delle leggi fisiche (ad esempio, la resa di un terreno non può andare oltre un certo valore). Le leggi della distribuzione sono invece decisioni di uomini che vengono imposte ad altri uomini.

Mill è pertanto critico della proprietà privata, in quanto non la reputa compatibile con il principio utilitarista. Il filosofo infatti sostiene che comunismo e socialismo – e pertanto una collettivizzazione delle ricchezze – siano sistemi compatibili con il pieno sviluppo della libertà umana.

Politica

La “tirannia” della democrazia

Come si è affermato, Mill sposa la concezione utilitarista di Bentham. Tuttavia, il primo trova nell’utilitarismo un possibile pericolo. L’utilitarismo benthiano si basa su principio meramente quantitativo. La democrazia, essendo basata sull’imposizione delle scelte della maggioranza, rischia infatti di schiacciare l’originalità individuale. In altri termini, Mill si chiede se sia possibile perseguire il più ampio benessere collettivo senza annichilire l’autonomia del singolo. La democrazia, quella rappresentativa, è un sistema che si pone l’obiettivo di tutelare anche le minoranze. Tuttavia, vi è sempre il rischio che la maggioranza e il conformismo soffochino la libertà individuale.

La condizione della donna

Mill fu anche un importante sostenitore delle donne. Proprio perché il pensatore credeva che l’individualità e la diversalità andassero tutelate, egli sostenne la lotta per il diritto di voto alle donne. Nell’opera L’asservimento delle donne Mill afferma che la condizione di minorità della donna rispetto all’uomo non è legata a condizioni naturali, bensì a condizioni storico-sociali. L’unica differenza è la sottomissione violenta che l’uomo ha operato nei confronti della donna e che poi, nel corso dei secoli, si è traslata sul piano politico e sociale.

Sempre dalla prospettiva utilitaristica, poiché Mill crede fermamente nell’uguaglianza dei generi, egli reputa che la sottomissione della donna abbia avuto un costo sociale enorme, poiché non ha permesso ai brillanti intelletti delle donne di esprimersi.

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