Il pensiero di Karl Raimund Popper – 1902-1994

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In questo articolo trattiamo il pensiero di Karl Raimund Popper (1902-1994), famoso epistemologo noto per la teoria falsificazionista.

Biografia e Opere

Biografia

Opere

Titolo originale Titolo tradotto Anno di pubblicazione
Logik der Forschung Logica della scoperta scientifica 1934
The Poverty of Historicism Miseria dello storicismo 1936
The Open Society and Its Enemies La società aperta e i suoi nemici 1945
Conjectures and Refutations: The Growth of Scientific Knowledge Congetture e confutaizioni 1963
Objective Knowledge: An Evolutionary Approach Conoscenza oggettiva 1972

Il falsificazionismo

Nell’opera Logica della scoperta scientifica, Popper parte dalla critica al principio d’induzione. Le asserzioni basate sull’inferenza induttiva non sono mai verificabili. Non si può mai effettivamente passare da un gruppo costituito da \(\Huge{n}\) proposizioni particolari ad una universale. Una sola proposizione particolare che neghi quanto affermato in quella universale è sufficiente per confutarla. Il principio di verificazione dei neopositivisti diventa quindi insostenibile. Popper pertanto sostituisce il principio di verificazione con quello di falsificabilità. In base a questo principio una proposizione che voglia essere scientifica deve poter essere falsificabile.

In questo senso il buon ricercatore non è colui il quale evita di sottoporre la sua teoria alle prove più difficili e ai contro esempi. Al contrario, il buon ricercatore cerca di pensare a tutte le possibili prove che possono confutare la sua teoria. Del resto:

[…] la quantità di informazioni intorno al mondo fornita da un’asserzione scientifica è tanto più grande quanto maggiore è la possibilità che essa entri in conflitto, in virtù del suo carattere logico, con possibili asserzioni singolari.

Dal principio di falsificazione Popper arriva alla posizione del razionalismo critico. In base a questa posizione non esiste nessuna verità che sia acquisita per via definitiva: qualsiasi teoria scientifica – ma anche politica – ha un valore provvisorio, può essere smentita. Anzi, è proprio scientifica in quanto può essere smentita. Da questo deriva anche il ruolo del principio di falsificabilità come criterio di demarcazione tra teorie scientifiche e non. Ad esempio, per Popper, il marxismo e la psicoanalisi non sono teorie scientifiche, poiché non sono confutabili. Si adattano ai fatti di volta in volta.

Un’ immagine evoluzionistica della scienza

Nel noto scritto Congetture e confutazioni, Popper, provvede ad illustrare la sua concezione della scienza. Centrale in questa concezione è concepire la scienza non come un edificio che si ingrandisce, bensì come un percorso a ostacoli. Secondo Popper, infatti, la scienza procede similmente all’evoluzione, ovvero per prove ed errori ,congetture e confutazioni. Un’ipotesi scientifica è, del resto, una congettura. Tale ipotesi, se supera diverse prove e controlli diventa una teoria corroborata, altrimenti viene confutata. In base al principio di falsificabilità, che abbiamo presentato sopra, una teoria corroborata, sui cui vige il consenso della comunità scientifica, può comunque essere confutata da una controprova. Conseguentemente Popper spiega questa sua concezione con una nota metafora dell’epistemologia, quella della scienza-palafitta:

La scienza non posa su un solido strato di roccia. L’ardita struttura delle sue teorie si eleva, per così  dire, sopra la palude. È come un edificio costruito su palafitte […] e il fatto che desistiamo dai nostri tentativi di conficcare più a fondo le palafitte non significa che abbiamo trovato un terreno solido. Semplicemente, ci fermiamo quando siamo soddisfatti e riteniamo che almeno per il momento i sostegni siano abbastanza stabili da sorreggere la struttura.

La verosimiglianza e preferibilità tra due teorie

Popper definisce anche i criteri di preferibilità tra due teorie, \(\Large{t_1}\) e \(\Large{t_2}\), che vogliono spiegare gli stessi fenomeni. Ammettiamo di riuscire a stabilire che:

  • \(\LARGE{t_2}\) ha un contenuto di verità maggiore di \(\LARGE{t_1}\), ovvero \(\LARGE{t_2}\) permette di trarre le stesse conseguenze di \(\LARGE{t_1}\) più altre.
  • che da \(\LARGE{t_1}\) seguono \(\Large{n_1}\) conseguenze false e da \(\LARGE{t_2}\) seguono \(\LARGE{n_2}\) conseguenze false, con \(\LARGE{n_1>n_2}\).

 

Allora \(\LARGE{t_2}\) è certamente preferibile a \(\Large{t_1}\). Ciò non toglie che, pur essendo \(\LARGE{t_2}\) una teoria scientifica corroborata, possa sempre darsi prima o poi una \(\LARGE{t_3}\) preferibile a \(\LARGE{t_2}\).

I dati empirici puri non esistono

Il realismo e la teoria del tre mondi

 

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