La Spagna dalla guerra civile alla dittatura di Franco – 1936-1939

Franco cover

In questo articolo trattiamo la storia spagnola dagli inizi del Novecento sino alla dittatura di Francisco Franco.

La Spagna agli inizi del Novecento

La Spagna agli inizi del Novecento si presentava come un Paese molto arretrato, ancora basato sul latifondo. Una qualche forma di apparato industriale era presente soltanto nella regione delle Asturie e nelle province basche. La classe dominante non era quindi la borghesia cittadina, come nei Paesi più avanzati, ma quella dei grandi proprietari terrieri.

Proprio per l’arretratezza industriale, in Spagna non ebbe modo di diffondersi largamente il comunismo. Tuttavia forte era la presenza anarchica e particolarista, alla quale si opponeva una destra monarchica, militaristica e clericale.

Nel 1923, il re Alfonso XIII di Borbone esautorò il Parlamento affidando il Paese alla dittatura militare di Miguel Primo de Rivera, che si ispirava apertamente al fascismo, pur non presentando caratteri totalitaristici. Rivera si occupò di migliorare la condizione economica e sociale per mezzo di mirati interventi pubblici. Si occupò anche di migliorare le infrastrutture, in particolare quelle per l’elettricità e l’irrigazione. Questi sforzi furono però vanificati dagli effetti in Europa della crisi del ’29. Rivera rinunciò al potere e nel 1931 si indissero nuove elezioni che segnarono la vittoria dei repubblicaniNasceva così la Repubblica democratica dei lavoratori. Il re scelse l’esilio, mentre la maggioranza delle forze politiche, democratiche e socialiste avviava una politica di riforme finalizzata alla modernizzazione del Paese.

Il conflitto sociale e la nascita del governo di Fronte popolare

Già nel 1933, il nuovo governo di destra smontò ogni riforma o risultato ottenuto dal governo precedente. Era la stagione del biennio negro (1933-34), caratterizzato da fortissime tensioni sociali, duramente represse nel sangue. Nel 1934, nelle Asturie ebbe luogo un tentativo insurrezionale da parte dei minatori, come pure un’ondata di scioperi si verificò in tutta la Spagna. La spinta rivoluzionaria, represse con difficoltà, era indirizzata verso la nazionalizzazione delle terre e la democratizzazione dello stato.

Quest’onda preoccupava non poco le classi dirigenti, che temevano la distruzione dello status quo a loro favorevole. Nel 1936 le forze di sinistra, più o meno moderate, comunisti, anarchici, socialisti, democratici, riuscirono a unirsi del Fronte popolare, che vinse le elezioni. La vittoria del Fronte popolare non portò alla pace sociale, ma anzi acuì il già pesantissimo conflitto. In molte regioni della Spagna si verificarono episodi di violenza, saccheggi e omicidi ai danni di latifondisti, funzionari ed esponenti del clero. La destra era più che mai determinata a imporre una nuova dittatura per fermare i disordini e imporsi al governo. Poteva inoltre contare sull’appoggio di una nuova forza, la Falange, fondata da José Antonio Rivera, figlio di Primo nel 1933. La Falange organizzata in squadre di picchiatori gerarchicamente inquadrate, era del tutto simile, se non peggiore delle squadre fasciste italiane.

Il simbolo della Falange spagnola
Il simbolo della Falange spagnola

La guerra civile e Francisco Franco – 1936-1939

La violenza raggiunse il suo culmine quando nel luglio del 1936 venne assassinato un importante esponente della destra monarchica, nonché referente della Falange, Calvo Sotelo. Dopo pochi giorni, i reparti militari di stanza in Marocco, sul pronunciamiento del generale Francisco Franco (1892-1975) si ribellavano contro il governo, dando di fatto inizio alla guerra civile spagnola (1936-1939). Iniziava così una sanguinosissima guerra civile, segnata da vere e proprie mattanze da entrambe le parti. Si ricorda, tra le vittime della violenza fascista, il poeta Federico García Lorca (1898-1936), ucciso proprio per la sua militanza a sinistra e per la sua omossessualità.

Gli esiti della guerra civile si intrecciarono certamente anche con la situazione internazionale. Anche in Francia era presente un governo di Fronte popolare, tuttavia il governo decise di non appoggiare i repubblicani spagnoli per evitare di radicalizzare il conflitto sociale in Francia. Tutta l’Europa fu d’accordo, almeno formalmente, con una politica di non intervento in Spagna. Questa politica non fu rispettata dall’Italia e dalla Germania, i cui governi erano effettivamente dei regimi autoritari fascisti. Italia e Germania appoggiarono i ribelli franchisti. È nel contesto dei bombardamenti nazisti in Spagna, ed in particolare la città di Guernica, che possiamo collocare e dar senso all’omonimo quadro di Pablo Picasso (1881-1973).  Per quanto riguarda le forze repubblicane, queste furono certamente indebolite anche dalla lotta intestina tra anarchici e comunisti. Nel 1937 a Barcellona molti militanti anarchici furono uccisi dai comunisti.

La guerra civile si concluse nel marzo 1939 con la vittoria delle forze franchiste. Si instaurò così una dittatura, quella del generale Franco, che durò sino al 1975.

Slide

Video-lezione

Interdisciplinarietà: Spagnolo e Storia dell’arte

 

Lascia un commento