Il razzismo pseudoscientifico dell’Ottocento

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In questo articolo trattiamo dello sviluppo del razzismo e delle teorie razziste avvenute nell’Ottocento.

Durante l’Ottocento iniziano a formarsi e circolare le prima teorie razziste pseudoscientifiche. In base ad esse, non solo sarebbe possibile dividere il genere umano, ma soprattutto instaurare una gerarchia tra le razze. Presentiamo quindi le principali teorie razziste pseudoscientifiche sorte durante l’Ottocento e che avrebbero significative e terribili conseguenze nel corso della storia.

La pseudoscienza del razzismo

De Gobineau

Lo studioso francese Joseph-Arthur de Gobineau fu tra i primi ad introdurre una discorso pseudoscientifico sulle razze umane. L’opera di riferimento è il Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane, pubblicato durante gli anni Cinquanta dell’Ottocento.

In quest’opera de Gobineau afferma sostanzialmente due cose:

  • La divisione dell’umanità in tre razze: bianca europoide, gialla mongoloide e nera negroide. La prima, la bianca, intellettualmente e moralmente superiore alle altre due; la gialla superiore alla nera, ma interessata solo al vantaggio materiale; la nera sostanzialmente una razza più ferina che umana, completamente sottomessa a bisogni e passioni.
  • La preoccupazione che l’unione tra razze diverse possa far degenerare la razza superiore.

Francis Galton

Il contributo di Francis Galton, cugino di Darwin, alla scienza, fu in realtà significativo. Si occupò ed interessò di vari ambiti e a lui si deve l’introduzione di nozioni statistiche come la regressione e la correlazione. Si interesso di climatologia, di psicologia e psicometria. Tuttavia, a Galton si deve anche l’introduzione del termine eugenetica che definiamo di seguito.

Eugenetica
Il termine deriva dal greco ευγενής e significa letteralmente “di buona razza”, “di buona stirpe”. Il termine, introdotto da Galton nel 1833,  indica la possibilità di migliorare la specie umana nella stessa maniera con cui si è proceduto nei secoli, a selezionare le specie vegetali e animali, ovvero mediante distinguendo i tratti genetici da quelli sfavorevoli (detti anche disgenici). In particolare si distingue un’eugenetica positiva da una negativa. La prima è quella più discussa, in quanto storicamente è stata utilizzata da regimi totalitari e razzisti, come quello nazista. Molti stati, sulla base di questi precedenti storici e di considerazioni bioetiche, hanno vietato pratiche di eugenetica positiva. Per eugenetica negativa invece si intende l’eliminazione di tratti genetici patologici, che potrebbero causa malattie o sindromi.

Proprio in questo senso, Galton rispondeva alle preoccupazioni sulle unioni di razze diverse espresse da de Gobineau. Secondo lo scienziato inglese, autore dell’opera Il genio ereditario, pubblicata alla fine degli anni Sessanta dell’Ottocento, le differenze razziali non dipendono dall’interazione con l’ambiente, ma dai tratti genetici. Ne segue quindi che si può utilizzare la genetica per migliorare la specie e renderla più adatta a diversi ambienti, programmando unioni atte alla conservazione della razza di appartenenza.

Georges Vacher Lapouge

Il francese Georges Vacher de Lapouge fu autore di diverse opere pseudoscientifiche sulla razza. Si spinse oltre la classificazione di de Gobinau, introducendo una divisione gerarchica all’interno della stessa razza bianca:

  • alla sommità vi era l’Homo Europaeus, detto anche ariano, alto, biondo, di incarnato chiaro;
  • al centro l’Homo alpinus, meno chiaro, meno alto;
  • alla base l’Homo mediterraneus,  il più basso e il più scuro tra le tre sottorazze bianche.

 

Tale scala era sempre legata al diverso grado di commistione del sottogruppo bianco con altre razze non bianche. Lapouge scrive a riguardo di altre razze. In particolare esprime un certo antisemitismo, affermando che gli ebrei siano una razza inferiore, infida e avida. Le convinzioni  di Lapouge erano una strana commistione di socialismo e razzismo. L’autore infatti arrivò a sostenere che solo uno Stato socialista avrebbe potuto avere la forza e il consenso necessario per portare avanti una politica eugenetica, in cui era compresa anche la pratica dell’eutanasia per gli individui imperfetti dal punto di vista della razza.

Eutanasia razziale 
Il termine deriva dal greco dal εὐθανασία, composta da εὔ-, bene e θάνατος, morte. Di norma, il termine sta ad indicare l’atto con cui si cessa la vita di un individuo la cui esistenza sia stata irrimediabilmente compromessa da una gravissima disfunzione fisica e/o cognitiva. Nell’accezione ristretta del razzismo ottocentesco e poi novecentesco, per eutanasia razziale è l’idea di eliminare fisicamente gli individui portatori di tratti razziali indesiderati o tare ereditare.

Houston Stewart Chamberlain

Il saggista anglo-tedesco Houston Stewart Chamberlain, autore dell’opera Le Basi del XIX secolo,  si focalizza per lo più sulla dicotomia germanico/ariano – ebreo/semita, fornendo un contributo importante per il razzismo e l’antisemitismo nazista. La tesi che Chamberlain avanza nella sua opera è che il popolo germanico è il più vicino e aderente all’antico ideale ariano e, pertanto, più puro. Gli ebrei invece sarebbero la commistione di diversi popoli, e come tale una razza impura e bastarda.

Ovviamente, come abbiamo già anticipato, tutte queste teorie sono scientificamente false. La seconda parte di questo articolo illustra la falsità. di tali teorie, sulla base delle evidenze scientifiche.

Marco Ezechia Lombroso: frenologia e atavismo

Non si può poi non citare la figura di Cesare Lombroso (1835-1909), antropologo e sociologo italiano, nonché fondatore della psicologia criminale. Il nucleo centrale della teoria di Lombroso, che si ispirava alla frenologia di Gall, è che i criminali sono tali per nascita. Ciò sarebbe dovuto a delle particolari caratteristiche fisiche, che Lombroso chiama atavismi1, che condizionerebbero il comportamento dell’individuo. Sebbene la teoria lombrosiana – ovviamente falsa – non sia strictu sensu razzista, ciononostante certamente porta alla considerazione del valore di un individuo in base alle sue caratteristiche fisiche. Lombroso, del resto, solo negli ultimi anni della sua vita prese in considerazioni l’ipotesi che il comportamento criminale potesse essere influenzato da condizioni ambientali.

Video-lezione di sintesi

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