La Preistoria – Dall’età della pietra all’età dei metalli

Preistoria cover

In questo articolo trattiamo in maniera sintetica la Preistoria, il periodo che va dall’età della pietra all’età dei metalli.

L’evoluzione dell’uomo

Preistoria – Una definizione

La divisione dell’Età della pietra

Possiamo, seguendo la convenzione, suddividere la Preistoria in 3 periodi:

  • il paleolitico, ovvero età della pietra antica, da 3 milioni di anni fa al 10000 a.C.;
  • il mesolitico, ovvero l’età della pietra di mezzo, dal 10000 all’8000 a.C.;
  • infine, il neolitico, ovvero l’età della pietra nuova, dall’8000 al 3000 a.C..

 

Notiamo che queste divisioni, seppur convenzionali, si basano in buona sostanza sulla storia tecnologica, e quindi sulle scoperte, invenzioni e strumenti che caratterizzano un’età rispetto ad un’altra.

Il Paleolitico

La specie umana che inaugura la Preistoria è l’homo habilis, la prima specie capace di costruire strumenti. Possiamo caratterizzare il paleolitico in base ad alcune caratteristiche che elenchiamo di seguito.

  • La vita era nomade, basata per lo più sulla caccia e sulla raccolta.
  • I ripari degli uomini erano per lo più ripari naturali come grotte e anfratti. Solo successivamente gli uomini iniziarono a costruire capanne con le pelli degli animali.
  • Si iniziano a costruire alcuni utensili come l’arco, e si hanno le prime intuizioni di principi fisici fondamentali, come quello della leva.
  • L’uomo, anche per difendersi dalle glaciazioni tipiche del paleolitico, scopre il fuoco e impara a maneggiarlo  per riscaldarsi e a cuocere i cibi.
  • Nascono le prime comunità umane. In esse vi è una primitiva divisione dei compiti: squadre di caccia composte per lo più da uomini devono coordinare i loro attacchi alla fauna. Le donne raccolgono le bacche. Questa cooperazione favorisce la nascita del linguaggio.
  • Si sviluppa una pensiero che potremmo definire metafisico e artistico. L’uomo rappresenta sulle pareti delle grotte scene di vita quotidiana, come la caccia. Tali raffigurazioni avevano un valore anche propiziatorio, come lo avevano anche le Veneri. Queste erano statuine dagli attributi femminili esagerati, in modo da propiziare la fertilità. Nasce anche il culto dei morti: i defunti venivano seppelliti con i loro beni. Ciò fa intendere che nell’uomo primitivo vi fosse il pensiero dell’al di là.

 

Una tipica Venere della Preistoria, statuine dagli attributi femminili esagerati che avevano fini propiziatori verso la fertilità
Una tipica Venere della Preistoria, statuine dagli attributi femminili esagerati che avevano fini propiziatori verso la fertilità

Il Mesolitico

Il Mesolitico è caratterizzato dalla fine della glaciazioni. Questo cambiamento climatico fece sì che i grandi mammiferi, come mammut e renne, migrassero verso zone più fredde. I boschi e la vegetazione si diffusero e, nel complesso, la vita per gli uomini primitivi si fece più sopportabile.

Proprio perché le prede di grandi dimensioni scarseggiavano, era fondamentale per gli uomini sviluppare armi più raffinate per la caccia. Si svilupparono così le tecniche microlitiche, ovvero riguardanti pietre più piccole. Queste lavorazioni dovevano andare a costituire le punte di frecce e lance per una tipo di selvaggina molto più piccola. La riduzione dell’attività venatoria comportò comunque un’alimentazione maggiormente basata sui vegetali. Gli uomini si concentrarono infatti sulla raccolta di frutti e vegetali, tra cui il grano.

Importante risultato raggiunto in questo periodo è l’allevamento, per sopperire alla poca selvaggina.

Il Neolitico

Durante il Neolitico abbiamo una significativa accelerazione delle capacità tecnologiche umane. In quest’età infatti vengono gettate le basi per il passaggio dalla Preistoria alla Storia vera e propria.

La più importante innovazione del Neolitico fu l’agricoltura, tanto è che si parla di una vera e propria rivoluzione agricola, sviluppatasi nella zona nota come Mezzaluna Fertile1.

Mezzaluna Fertile
Mezzaluna Fertile

La rivoluzione agricola rappresenta la prima occasione in cui l’uomo riesce a modificare attivamente l’ambiente per la sua sopravvivenza, senza subirlo in maniera totalmente passiva. Vengono inventati nuovi utensili atti all’agricoltura come le vanghe e gli aratri. Precisiamo che, come l’allevamento, l’agricoltura è una forma di addomesticamento che l’uomo ha effettuato nei confronti delle specie vegetali. Addomesticare significa infatti rendere quelle specie adatte alla convivenza con l’uomo.

Tuttavia, a parte costituire un fenomeno di adattamento senza precedenti, l’agricoltura ebbe anche dei riflessi sullo stile di vita dell’uomo. Gli uomini divennero sedentari, abbandonando il nomadismo. Una vita sedentaria portava parecchi vantaggi, tra i quali il tempo e il modo di dare una primitiva forma di organizzazione alla società e di divisione del lavoro.

Altre importanti innovazioni furono la lavorazione della ceramica e dei prodotti tessili. A queste si aggiunse l’invenzione della mola per macinare il frumento. Il Neolitico getta le basi quindi per l’inizio della Storia.

L’età dei metalli

Parallelamente all’invenzione della scrittura, intorno al IV millennio a.C. – e che segna il passaggio dalla preistoria alla storia -, tra il IV e il III millennio a.C. iniziò l’età del metalli. Con questa espressione si indica il periodo in cui gli uomini iniziarono a lavorare i metalli per costruire nuovi strumenti. Tradizionalmente dividiamo l’età dei metalli in tre fasi:

  • età del rame, V-III millennio a.C.;
  • del bronzo 2, 2200-750 a.C.;
  • del ferro, 750 a.C., fine del I sec. a.C.

 

Importanti sono i mutamenti ed evoluzioni sociali che attraversano questa età.  Li riassumiamo di seguito:

  • la già citata rivoluzione agricola, nel cui contesto nuovi oggetti furono inventati: la ruota, l’aratro, il carro.
  • la nascita e lo sviluppo delle attività ceramiche, tessili e commerciali;
  • la sedentarizzazione portò inoltre alla nascita del primi villaggi, che mano mano aumentarono le proprie dimensioni sino a diventare città-stato. L’organizzazione sociale diventò più complessa passando dai clan/famiglie a vere e proprie tribù. Un popolazione più grande comportò la necessità di dividere e specializzare il lavoro, cosicché nacquero le prime classi sociali.

 

Rispetto alle classi sociali delle prime civiltà possiamo certamente individuarne alcune comune a tutte:

  • il re o, in genere, il capo politico e spesso anche religioso della città;
  • i sacerdoti, che celebravano le cerimonie religiose e spesso erano i guardiani delle scorte di cibo e di altri beni;
  • i guerrieri/soldati, che dovevano difendere i confini della città stato dai nemici ed eventualmente attaccare e conquistare le altre.
  • i mercanti, i contadini e gli artigiani, in generale i lavoratori.

 

Le civiltà fluviali

Al fine di costruire un insediamento (che sarebbe diventato un villaggio e poi infine una città), gli uomini sceglievano opportunamente dei luoghi che non fossero troppo distanti da un fiume. Un fiume vicino al proprio insediamento portava numerosi vantaggi:

  • acqua per dissetarsi e per l’irrigazione dei campi;
  • gli argini erano naturalmente ricchi di argilla, materiale fondamentale per la costruzione di edifici;
  • il clima mite delle zone fluviali;
  • il trasporto attraverso il fiume di merci e persone, quindi il fiume  rappresentava un importante mezzo di comunicazione.

 

Quali sono le principali civiltà fluviali? Quella egiziana, quella sumera, quella babilonese, quella assira, quella ittita, quella cinese e quella indiana.

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