La Seconda Rivoluzione Industriale – 1870-1910

Seconda rivoluzione industriale cover

In questo articolo trattiamo la Seconda Rivoluzione industriale, avvenuta tra la seconda metà dell’Ottocento e gli esordi del Novecento.

Le principali caratteristiche della Seconda Rivoluzione Industriale

In seguito alla Prima Rivoluzione Industriale, i principali Stati che si svilupparono furono Francia, Belgio, Prussia e Stati Uniti oltre che, ovviamente, la Gran Bretagna che deteneva il primato. Tuttavia, tale sviluppo non era destinato a fermarsi. Infatti nella seconda metà dell’Ottocento, ed in particolare dagli anni Settata in poi, si assistente ad una serie di invenzioni e mutamenti di estrema portata e conseguenze, una vera e propria Seconda Rivoluzione Industriale.

Quali furono quindi le sue caratteristiche?  Le elenchiamo di seguito per poi trattarle più approfonditamente nel seguito dell’articolo:

  • il ruolo della scienza;
  • Si utilizzano nuove fonti di energia, come petrolio ed elettricità.
  • Il lavoro in fabbrica viene organizzato scientificamente, seguendo i principi del taylorismo.
  • Nasce e si sviluppa la finanza e con essa monopoli, oligopoli, trust e cartelli1.
  • Infine, nasce la società di massa2.

 

Appena sotto troverai una tabella3 di sintesi e confronto tra Prima e Seconda Rivoluzione Industriale.

Confronto con la Prima Rivoluzione Industriale

Prima Rivoluzione Industriale Seconda Rivoluzione Industriale
Periodo Seconda metà del XVIII secolo Fine del XIX secolo
Geografia dell’industrializzazione Inghilterra, in seguito Francia, Belgio, Germania L’Inghilterra perde il primato ed è costretta a competere con Stati Uniti e Germania
Fonte energetica  Carbone Elettricità, petrolio
Innovazioni tecnologica Macchina a vapore Sviluppo della chimica, elettricità, motore a scoppio, catena di montaggio
Principali settori produttivi Tessile Siderurgico, meccanico, chimico
Protagonisti James Watt Frederik W Taylor, Henry Ford
Ruolo del capitale Privato, autofinanziamento Finanziamenti dalle banche e dallo Stato
Ruolo della scienza La scienza non è indispensabile: l’innovazione tecnologica è sopratutto espressione della genialità di singoli inventori Lo sviluppo della tecnologia è strettamente legato con le scoperte scientifiche: le università collaborano con le industrie; si afferma la figura dell’ingegnere, un tecnico dotato di una solida formazione scientifica.
Conseguenze sociali Nascono il proletariato e la borghesia industriale Si diffondono le lotte operaie e quelle delle associazioni dei lavoratori; si sviluppa la borghesia finanziaria.
Ruolo dello Stato Assente Lo Stato interviene rimuovendo ostacoli al commercio, favorendo la costruzione di infrastrutture, come arbitro del conflitto sociale; sostiene l’economia nazionale nel mercato mondiale, anche attraverso la costituzione di imperi coloniali.

Il ruolo della scienza

Durante la Prima Rivoluzione Industriale furono degli inventori amatoriale a trovare nuove soluzione e a sviluppare nuove tecnologie, ad eccezione della macchina a vapore di Watt, che era uno scienziato. Sebbene essi fossero certamente uomini di genio, tali inventori mancavano della preparazione scientifica. Durante la Seconda Rivoluzione industriale invece tutte le più importanti scoperte e i più importanti avanzamenti tecnologici non sarebbero stati possibili senza un solido retroterra di conoscenze scientifiche. Non è un caso quindi che nella seconda metà dell’Ottocento emerge la figura dell’ingegnere per come oggi la conosciamo: un individuo, esperto di problemi e soluzioni tecniche, che può vantare una solida formazione scientifica.

Le principali scoperte scientifiche e innovazioni tecnologiche della Seconda Rivoluzione Industriale

Elettricità e lampadina

L’umanità raggiunse la capacità di utilizzare l’elettricità tra il 1860 e il 1880, grazie ad una serie di scoperte di alcuni scienziati di diverse nazioni, tra i quali citiamo l’italiano Antonio Pacinotti (1841-1912) e il tedesco Werner von Siemens (1816-1892).  Quali erano i vantaggi che portò l’elettricità?

  • l’elettricità poteva venire immagazzinata per essere utilizzata in un secondo momento;
  • il trasporto era praticamente immediato (velocità della luce);
  • poteva trasformarsi facilmente in energia meccanica (quella utile a fare un lavoro) e in energia termica per riscaldare.

 

Il coronamento delle invenzioni riguardanti l’utilizzo dell’elettricità fu certamente la lampadina, inventata da Edison, che ebbe tre principali ripercussioni economiche e sociali:

  • Il lavoro non fu più vincolato alla luce naturale: ora le fabbriche dotate di luce elettrica avrebbero potuto continuare a lavorare in qualsiasi momento della giornata;
  • Le strade delle città potevano essere illuminate anche di notte, e ciò le rese più vivibili e sicure.
  • La possibilità di avere la luce  potenzialmente per tutto il giorno cambiò enormemente le abitudini quotidiane degli individui. In altri termini, la giornata non finiva con il tramonto, ma quando si decideva di spegnere le luci.

Telegrafo e telefono

Sin dal 1844 venne costruito il primo telegrafo elettrico, messo a punto dopo anni di studi da Samuel Morse. Con questo sistema si poteva comunicare a grande distanza servendosi di un codice che prendeva il nome dallo stesso Morse. Un ulteriore sviluppo e diffusione del telegrafo fu realizzato nel momento in cui furono posti dei cavi impermeabili sottomarini: il primo nel 1851 congiungevano le due sponde della Manica, congiungendo così l’Europa continentale con le isole britanniche; il secondo, quello transatlantico, fu posizionato nel 1866 e collegò l’Europa agli Stati Uniti, in modo tale che potessero essere mandati telegrammi tra i continenti.

Ancora più importante fu il telefono, inventato da Antonio Meucci e nel 1857, ma brevettato da Alexander Graham Bell nel 1871. La novità e il vantaggio del telefono era che esso riusciva a mettere in comunicazione attraverso la voce e non mediante un codice che doveva essere poi decodificato.

L’informazione per la prima volta nella storia, viaggia ad una tale velocità da annichilire le distanze.

Fotografia e cinema

L’invenzione della fotografia avvenne decisamente prima della Seconda Rivoluzione Industriale (1826, Joseph Niépce). Tuttavia grazie agli studi successivi di Daguerre, Maxwell ed Edison si riuscì a passare alla pellicola cinematografica nel 1892. Un ulteriore sviluppo fu quello dei fratelli Lumière, che inventarono un sistema in grado di proiettare sul grande schermo le immagini in movimento (la frequenza era di 16 fotogrammi al secondo). Nasceva così la settima arte, quella forma d’arte che più di ogni altra avrebbe segnato il XX secolo.

Lumière
Il manifesto della prima proiezione cinematografica della storia, L’uscita della fabbrica Lumière – Parigi, dicembre 1895.

Il petrolio

Se il carbone aveva rappresentato la fonte di energia primaria, il carburante della seconda è certamente il petrolio, un liquido viscoso, dal colore brunastro, frutto di processi di sedimentazione di materiale organico lunghi milioni di anni. La prima trivellazione avvenne nel 1859 in Pennsylvania ad opera di Edwin Drake.

Edwin Drake e il primo pozzo petrolifero
Edwin Drake e il primo pozzo petrolifero

Al concetto di petrolio e alla nascente industria petrolifera non si può poi non legare il nome di J.D. Rockfeller (1839-1937) , imprenditore newyorchese, fondatore della Standard Oil, enorme compagnia petrolifera che fece di lui l’uomo più ricco del mondo e della storia contemporanea4, consegnandogli, almeno fino ai primi anni del Novecento, il monopolio della produzione di petrolio.

Il seguente grafico mostra la produzione di petrolio negli Stati Uniti durante l’Ottocento, sino al 1905.

L’acciaio

Uno dei settori che si sviluppo in maniera eccezionale fu quello siderurgico. L’acciaio5 era il nuovo materiale. Il seguente grafico mostra l’enorme incremento della produzione di acciaio in Europa e Stati Uniti tra il 1861 e il 1913. Tale incremento fu dovuto a nuovi modi metodi per la lavorazione del ferro, come il convertitore Bessemer e il forno Siemens-Martin, permisero un aumento enorme della produzione di acciaio.

L’importanza dell’acciaio si deve al fatto che possa essere impiegato per tantissimi usi, tra i quali:

  • l’edilizia, con la nascita del cemento armato6, grazie al quale potettero nascere i primi grattacieli;
  • nell’industria meccanica e manifatturiera;
  • nell’industria petrolifera e nella costruzione di condotti;
  • nella sua versione inossidabile nell’industria alimentare o per contenere sostanze, data la resistenza ad alterazioni.

 

Home Insurance Building
Home Insurance Building, Chicago, 1885. Costruito su progetto dell’architetto William Le Baron Jenney, è il primo edificio classificato come grattacielo (skyscraper).

L’industria chimica e la medicina

Importantissimi progressi toccarono pure la medicina: vennero scoperti i gruppi sanguigni, il medico tedesco Robert Koch isolò il bacillo della tubercolosi, mentre la scienziata Marie Curie7 e il marito Pierre conducevano importanti esperimenti sul fenomeno della radioattività.

Infine, la chimica viene ad integrarsi in maniera stabile con industria, medicina e agricoltura: i profumi, la gomma, i coloranti, concimi e pesticidi, l’aspirina, sono tutti frutti della Seconda rivoluzione industriale

Timeline – Le scoperte della Seconda Rivoluzione industriale

Per vedere la timeline a schermo intero clicca qui.

 

Video- lezione di sintesi 1

Taylorismo, fordismo e condizione operaia

Sorge, negli anni della Seconda Rivoluzione Industriale, il taylorismo, ovvero un paradigma di organizzazione scientifica del lavoro. Questa nuova forma di organizzazione deve la sua concettualizzazione – come pure il suo nome – all’ingegnere americano Frederick Winslow Taylor (1856-1915). Taylor fu un pioniere degli studi aziendali, che effettuò in maniera sistematica. Dai suoi studi emersero dei principi miranti al raggiungimento della massima efficienza produttiva:

  • Per prima cosa si sarebbe dovuto studiare tutto il processo produttivo, in modo da individuarne i passaggi fondamentali e dividere dunque la produzione in tappe, l’una immediatamente successiva all’altra.
  • Si sarebbe dovuto poi assumere il personale e addestrarlo solo e soltanto per una di quelle tappe della catena di montaggio. In questo modo non vi erano più operai esperti o specializzati o con vasta esperienza, ma individui che compivano ripetutamente la medesima azione per tutto il turno di lavoro.
  • Istituire un salario a cottimo, ovvero proporzionale alla produttività dell’operaio.

 

Grazie a questa organizzazione, il costo della manodopera poteva essere abbassato, giacché meno individui erano necessari per la produzione; al contempo il salari potevano essere alzati.

L’applicazione più fedele e significativa del taylorismo fu certamente quella di Henry Ford (1863-1847), imprenditore statunitense nel campo automobilistico e fondatore dell’omonima casa produttrice. Nelle officine della Ford Motor Company fu prodotta la famosissima Model T, la prima automobile di massa.

Model T - 1909
Model T  del 1909 – L’automobile veniva prodotta solo in tinta nera, quella meno costosa. Lo stesso Ford era solito dire: “Ogni cliente può avere una FordT di qualunque colore desideri, purché sia nero.

 

FOCUS – La condizione operaia: Céline vs Ford

In questo approfondimento presentiamo estratti da due scritti. Il primo, riportato nella colonna a sinistra è tratto da Viaggio al termine della notte (1932), dello scrittore francese Louis Ferdinand Céline. Il brano di Céline critica e denuncia la condizione di alienazione e disumanizzante dell’operaio al lavoro alla catena di montaggio, un lavoro per il quale, come si evince dalla lettura, ogni intelletto deve essere programmaticamente mortificato.
Nel secondo brano, estratto dall’autobiografia di Henry Ford, nella colonna a destra, l’industriale afferma che in realtà la vicinanza empatica verso la condizione operaia sia mal indirizzata: alcune persone desidererebbero infatti un’occupazione che non comporti la fatica del pensiero, preferendo ad essa la ripetitività che pure, ammette Ford, può essere terrificante.
Céline Ford
Non siete venuto qui per pensare,ma per fare i gesti che vi si comanderà di eseguire… Non abbiamo bisogno d’immaginativi nell’officina,è di scimpanzé che abbiamo bisogno… Un consiglio ancora. Non parlate mai più della vostra intelligenza! Ci saranno altri che penseranno per voi! Tenetevelo per detto. Il lavoro ripetitivo, il fare continuamente sempre nello stesso modo, un’unica cosa, […] è terrificante anche per me. […] ma, per altri tipi di persone […] le operazioni ripetitive non sono motivo di terrore. […] l’operaio medio, mi dispiace doverlo dire, […] soprattutto desidera un lavoro nel quale non debba pensare.Coloro che hanno […] una mentalità creativa e che aborrono totalmente la monotonia sono portati ad immaginare che tutte le altre menti siano altrettanto irrequiete e quindi riversano una simpatia non desiderata sull’uomo lavoratore, il quale svolge da mattina alla sera un’operazione che è quasi esattamente la stessa.

Video-lezione di sintesi 2

Il capitalismo finanziario e la grande depressione

Sebbene la Seconda Rivoluzione Industriale abbia certamente portato alla crescita della produzione industriale mondiale, che quadruplica, non tutti gli anni nella seconda metà dell’Ottocento furono anni di ricchezza economica. In particolare si possono distinguere due fasi:

  • una fase di crisi (1873-1896): sono gli anni della cosiddetta grande depressione8;
  • una fase di crescita (1896-1914);

 

La grande depressione – 1873-1896

Quali furono le cause della grande depressione? Possiamo certamente affermare che essa fu generata da una sovrapproduzione, per la quale i prezzi dei beni industriali e di quelli agricoli crollarono rispettivamente del 40 e del 30%. La sovrapproduzione, che consiste nell’eccedenza dell’offerta rispetto alla domanda, fu a sua volta causata da due fattori:

  • Il miglioramento delle forze produttive – si pensi ad esempio all’organizzazione scientifica del lavoro – che certamente permettevano un aumento della produzione. Tuttavia, quella produzione non era riassorbita perché, in generale, i salari rimasero ad un livello sussistenza.
  • La maggiore competizione internazionale: le innovazioni tecnologiche e lo sviluppo delle reti nei trasporti, soprattutto ferroviari e navali, acuirono la competizione economica tra gli Stati.  La strada che molti Stati – tra cui l’Italia –  scelsero per cercare di limitare le importazioni, fu quella non molto efficace del protezionismo.

 

La concentrazione industriale e il capitalismo finanziario

Nella sfavorevole congiuntura economica della grande depressione, tutte le aziende che non furono in grado di ammodernarsi per aumentare il loro livello di competitività, come pure quelle che erano molto piccole, iniziarono a chiudere i battenti. Rimanevano in affari solo e soltanto quelle compagnie già di significative dimensioni, che adesso iniziavano a diventare enormi, acquisendo le più piccole e quelle in via di fallimento. .

Complici di questo processo furono anche le banche, che certamente preferivano concedere prestiti per investimenti e acquisizioni alle aziende più grandi e solide, non concedendoli  a quelle piccole e a rischio.

Si andava così delineando una forma di concentrazione industriale, che si realizzò in varie forme, quali monopoli, oligopoli, trust e cartelli che andiamo a definire di seguito.

Monopolio Oligopolio
Si ha una situazione di monopolio quando una ed una sola azienda detiene il controllo di un settore produttivo. In questo modo l’azienda può liberamente speculare sui prezzi. Si ha una situazione di oligopolio quando poche aziende  detengono il controllo di un settore produttivo. In alcuni casi gli oligopoli danno vita a cartelli
Trust Cartello
Il trust (dall’inglese dare/avere fiducia) è la fusione di aziende che operano nello stesso settore produttivo al fine di diventare un unico e più grande attore economico. Si distingue il trust verticale, che vuole coprire un’intera filiera produttiva, da un trust orizzontale, che coinvolge imprese che realizzano tutte gli stessi prodotti. Un cartello è un accordo tra le maggiori imprese di un certo settore produttivo. Le aziende si accordano sui prezzi e sulla distribuzione dei prodotti in modo da annullare la concorrenza.

Nasceva così una nuova forma di capitalismo, che possiamo definire finanziario. Tale forma di capitalismo trovava la sua ragion d’essere nell’intersezione di interessi tra banche e industrie. Venne a consolidarsi la pratica dei consigli di amministrazione (CdA) misti, in cui sedevano insieme banchieri e industriali. Tale commistione del resto si giustificava con il fatto che le banche, fornendo continuamente prestiti alle grosse aziende, erano interessate al successo economico di quelle imprese.

 FOCUS – La prima legge antitrust e lo scorporamento della Standard Oil

Come si può facilmente dedurre, la concentrazione industriale e finanziaria non può realizzarsi se non a detrimento della libera concorrenza. Già Adam Smith aveva compreso questa possibilità, quando ironicamente affermava:

La gente che lavora nello stesso settore raramente si incontra, fosse pure per divertirsi insieme, ma quando lo fa, la conversazione finisce sempre in una cospirazione contro il pubblico o nell’invenzione di qualche trucco per aumentare i prezzi.

The Bosses of The Senate
The Bosses of The Senate, vignetta satirica di Joseph Keppler, 1889

 

Il pericolo della mancata concorrenza del resto fu su da subito percepito, sopratutto negli Stati Uniti, dove già nel 1890 fu emanata la prima legge anti-trust, lo Sherman anti-trust Act, dal nome del senatore dell’Ohio. L’idea alla base della legge non riguardava solo l’aspetto economico, ma pure politico e sociale, poiché ammettere trust o monopoli o qualsiasi altro accordo, sarebbe stato equivalente a consegnare il destino del popolo a pochi attori economici, e questo avrebbe violato sia il liberalismo economico, come pure la democrazia stessa. Così recita lo Sherman anti-trust Act all’art.1:

Qualsiasi contratto, accordo, in forma di trust o in altra forma, ogni collusione, tesi a restringere il commercio tra diversi Stati dell’Unione, o con nazioni straniere, sono illegali.

Lo  Sherman anti-trust Act si riflesse anche sulla Standard Oil, che dal 1880 dominava monopolisticamente il settore petrolifero statunitense. 

monopolio standard oil
Vignetta satirica sul monopolio della Standard Oil – Robert Smithereens, 1906

 

Nel 1911 la Corte Suprema degli Stati Uniti si espresse e decretò lo scorporamento della Standard Oil di Rockefeller. Nacquero così ben 34 sotto-compagnie distinte e indipendenti tra loro, di cui le maggiori sono:

  • Exxon;
  • Mobil;
  • Chevron;

Il sistema finanziario: borsa valori, banconote e Gold Standard

Le varie forme di concentrazione industriale, come pure la commistione tra finanza e industria, comportarono ovviamente anche delle innovazioni finanziarie. In particolare nascono le società per azioni, società che per capitalizzarsi, vendevano titoli che permettevano all’acquirente di diventare socio e quindi partecipare agli utili.

La formazione delle società per azioni comportò la nascita della Borsa valori, un mercato nel quale era possibile vendere e comprare azioni.

Inoltre, dato che i mezzi di trasporto e i collegamenti oramai coprivano l’intero globo, si trattava di istituire un valuta comune di scambio, che divenne la sterlina, dato il primato di cui ancora il Regno Unito godeva con la conseguente stabilità della moneta stessa.  Furono inoltre introdotte le banconote e il sistema aureo (detto anche Gold Standard): tutte le banconote in circolazione di un determinato Stato dovevano corrispondere, nel loro valore complessivo, alla quantità delle riserve d’oro di quel Paese.

Video-lezione di sintesi 3

L’emigrazione di massa dall’Europa agli Stati Uniti a cavallo tra Ottocento e Novecento

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